19 maggio 2016

Ciao Marco Pannella. Grazie di tutto

"Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete alternativa profonda, più dura, più "radicale" di altri."

> Marco Pannella

Alcuni pensieri che ho letto su Facebook e Twitter e che condivido:

Pannella è stato molto più di quanto l'Italia si sia mai meritata. Questo video recente [https://youtu.be/ih9jPWzaAwU] ti mostra come queste mezze seghe di italiani trattano chi per vent'anni, senza tener niente per sé, ha combattuto per la civiltà italiana. Grazie Marco per essere esistito, per quello che hai fatto (e per quello che hai sopportato con tanta civiltà)

Non ha avuto bisogno del potere per creare libertà.

Onore a Marco Pannella. Oggi abbiamo diritti che riteniamo sacrosanti ma prima che arrivasse erano considerati una bestemmia


Se solo potessimo darti indietro un briciolo di tutta quella speranza che ci hai dato con la tua lotta caro Marco Pannella.

Nei prossimi giorni anziché i soliti ipocriti encomi post mortem, in televisione vorrei vedere immagini come queste [riferito allo stesso video linkato sopra]. Di lui col sorriso sulla faccia che guarda dritto negli occhi una folla di presuntuosi ignoranti con la bandierina in mano che lo aggrediscono per ragioni che neanche loro sembrano conoscere bene. Anche se l'insulto più grande che gli è stato fatto è stata la censura, il silenzio informativo nel quale è stato rinchiuso dai media stessi. Chissà se lo rivedrà la politica italiana un uomo come lui, che con un partito che non ha mai preso più di qualche seggio in parlamento, ha dato agli italiani la libertà di abortire e divorziare, l'obiezione di coscienza antimilitarista, che ha lottato e ottenuto successi in battaglie per i diritti civili di fronte alle quali tutti gli altri voltavano le spalle.

Tutto quello che mi sento di aggiungere oltre al titolo di questo post è il selfie con Marco fatto nel 2001, dopo la manifestazione a favore dei praticanti del Falun Gong davanti all'ambasciata cinese, contro il governo cinese che li perseguitava.


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