30 novembre 2015

Ecco perché non ti faccio "un po' di pubblicità su Facebook"

Ieri un'amica a cui darò un nome di fantasia, Giampiero, mi ha scritto tipo:

Se tu condivideessi qualcosa che viene dalla mia pagina Fb o dal mio blog sul tuo diario mi farebbe molto piacere e mi aiuterebbe a farmi pubblicità, perchè tanto si sa, i clienti arrivano grazie al passaparola! Tanto che ti costa?

Colgo l'occasione per dare una risposta scrivendo questo articolo, che ritengo potrebbe risultare utile anche ai miei lettori.

Giampiero dammi retta. Dici così perché non hai chiaro quanto è inutile fare del passaparola generico su Facebook.
Hai presente perché chi conosce la matematica non gioca al Superenalotto? Stessa cosa. Se conosci qual è la probabilità che possa risultare utile ciò che mi hai chiesto, capisci che non vale neanche il tempo di fare un clic col mouse.

Non ci credi?
...Spetta, ti ci faccio credere con un esempio meglio.

Adesso ti faccio cambiare idea. Qual è una cosa che "non costa nulla", ma che irrita la maggior parte delle persone quando viene richiesta perché è talmente inutile che pare una presa in giro? (e irrita anche te, spero, altrimenti la nostra amicizia è fortemente minata)...
Cosa chiedono certi ragazzotti attira-cazzotti vicino all'ospedale, dove c'è un triste via-vai di persone già stressate dai problemi di salute dei loro parenti? Preciso. Una bella firma contro la droga. LA DROGA. Ladro ga. Sembra un incrocio fra un malvivente e una festosa canza dei Queen.
Che ti costa mettere una firma contro la droga? Non servea molto, vero, ma dai. Che ti costa?
Ti fermi a firmare, Giampiero? Spero di no.
Ecco. Quando qualcuno mi chiede di condividere su FB una pagina o un articolo per fargli pubblicità a me viene la stessa voglia che viene a te (vero?) di prendere quel loro tavolo, darlo al Sassarelli per farglielo trasformare in una croce su cui appendere gli accattoni in sala mensa all'ospedale (non c'è la sala mensa in ospedale? Diciamo al bar dell'ospedale).

C'è poi da aggiungere una piccola rettifica, per amor del vero. La risposta alla domanda "Che ti costa?" non è esattamente "niente".
Infatti io ci tengo ad usare un social network secondo la concezione per cui è stato messo a nostra disposizione. Facebook è nato e si presenta con quest'idea: io ho una serie di amici che non ho occasione di vedere spesso, e scrivo aggiornamenti di stato in maniera da rispondere a una virtuale ipotetica domanda quotidiana, che è "Come va? Novità? [novità su di te]".
Facebook serve per tenere aggiornati i tuoi amici sui fatti della tua vita.

Come va? Novità? --> "Oggi tutto bene, tranne il dorso della mai mano destra: ho accarezzato un gatto per strada che all'inizio sembrava gradire, tant'è che miagolava sonoramente, ma poi mi ha graffiato". Torna. Fatto accadutomi, quindi plausibilmente interessante agli occhi dei miei amici. Lo scrivo su Facebook.

Come Va? Novità? --> "Bene... Guarda queste foto: le ho scattate ieri sera alla cena che abbiamo fatto per festeggiare il 4° posto di mio padre al campionato provinciale della gara a chi mangiava più tortellini in un'ora. Indovina cos'abbiamo mangiato? Sbagliato, i fusilli". Torna, anche questo, e può costituire un aggiornamento di stato su Facebook, visto che l'esperienza è stata anche sua, pur essendo il padre il meritevole protagonista della serata.

E se linko un articolo che ho appena scritto e pubblicato sul mio blog? Pure, parlo di un fatto della mia vita:

Come va? Novità? --> "Bene, ho appena pubblicato un articolo sui coloranti tossici che mettono nei ghiaccioli a forma di pulcino...". Torna. It's Facebook ok.

E se è successa una roba di interesse collettivo e io voglio dire su questa notizia la mia opinione, che so non essere trita e ritrita, e potrebbe dare uno spunto di riflessione agli altri? Sì, posso linkare un articolo di un giornale e aggiungere la mia opinione. Infatti:

Come va? Novità? --> "Beh, oggi sono un po' incredulo per l'ordinanza del sindaco tifoso della Fiorentina che obbliga tutti i possessori di gatti a tingerli di viola... Secondo me ha dato di matto, perché vedi... ognuno dovrebbe poterlo tingere dei colori della propria squadra del cuore, e inoltre la Fiorentina quest'anno in certe fasi del campionato è stata criticata persino dai suoi tifosi bla bla bla... E quindi se proprio si dovesse obbligare a tingere i gatti, i colori giusti dovrebbero essere quelli del Verona, giallo blu". Ci sta.

Ma attenzione adesso.

Come va? Novità? --> "Giampiero ha pubblicato un articolo". Non torna. Senti la forzatura?

Possibile obiezione:

E le pubblicità? Come esistono quelle a pagamento potrebbero esistere quelle fatte da un utente giusto per fare un piacere a un amico, no?

Ma certo.
Certo che no.

Le Facebook Ads possono essere efficaci per due motivi:
- costando relativamente poco (almeno nel momento in cui sto scrivendo), possono raggiungere migliaia di persone con una spesa di poche decine di euro
- tali persone destinatarie del messaggio pubblicitario sono scelte fra un pubblico che ha determinate caratteristiche; non si tratta di amici di amici presi a caso; questo moltiplica di qualche decina o centinaio di volte la loro probabilità di diventare clienti grazie a quel messaggio
...E naturalmente affinché la campagna Facebook Ads abbia una qualche speranza di essere utile, questa deve associarsi a una strategia di marketing che preveda un preciso percorso del potenziale cliente dalla visualizzazione all'acquisto (il potenziale cliente clicca lì e viene condotto a quale pagina? Squeeze page? Pagina di vendita? Articolo del blog... scritto in che modo?..).

Inoltre le pubblicità su Facebook sono viste dagli utenti per quello effettivamente sono: pubblicità. C'è scritto. Compare in alto la parola "sponsorizzato". Un film in TV può essere plausibilmente interrotto da una pubblicità, che è presentata come tale. Lo sai, e lo accetti. Il che è diverso dall'improbabile scena in cui un personaggio del film si mette a consigliare agli spettatori di acquistare un prodotto. Hai presente quanto era ridicolo quando lo facevano, sia pure implicitamente, negli anni '80? Ecco. Non dico che postare una non-notizia tipo una evidente pubblicità a un amico sia ridicolo nella stessa misura, ma ci si avvicina di parecchio.

Ecco perché, Giampiero, se dicessi di sì alla tua richiesta di markettare a strascico con l'aiuto che mi hai chiesto, questo non solo non ti sarebbe utile, ma alla lunga farebbe perdere a me autorevolezza agli occhi degli altri utenti che mi seguono. Ogni volta che invio un aggiornamento di stato improprio, e che non interessa i miei lettori, do una picconata alla mia reputazione di comunicatore. Un po' come succede se, in un gruppo di amici che chiacchierano, dici cose poco interessanti. Se succede una volta pazienza, due volte pazienza, ma se la cosa si ripete periodicamente, alla fine gli altri non ti danno più grande ascolto, e per attirare l'attenzione senza che ti parlino sopra dovrai fare molta più fatica del normale.

Succede un po' la stessa online. Succede con le email, e succede con i social network: non dirmi che quando scorri Facebook i tuoi occhi prestano uguale attenzione a tutti i post indipendentemente dall'autore. Io ho amici che ritengo interessanti: quando vedo il loro nome, mi soffermo a leggere quanto hanno digitato, e per ottenre ciò non hanno bisogno di inviare un'immagine JPG con delle scritte grandi (cosa fra l'altro discriminatoria per i non vedenti, che possono "leggere" solo grazie alla sintesi vocale); ho poi amici che secondo me scrivono raramente cose interessanti, e dunque i miei occhi scorrono velocemente i loro post (e quando ho poco tempo li saltano proprio)... E ho amici che troppe volte hanno inviato cose per nulla interessanti, e per questo ho cliccato su "non seguire più [...]" facendoli sparire dalla mia bacheca.

Siccome le poche volte che scrivo un aggiornamento di stato su Facebook mi piace essere seguito (altrimenti che scrivo a fare), ci tengo a mantenere la mia reputazione di utente che usa un social network propriamente, e mi impegno a che sia maggiore possibile la probabilità di essere letto dalle persone che hanno i miei stessi interessi o quasi.

Si capisce ancora meglio se si pensa alla trasposizione dal vivo di quanto ti ho spiegato. Se mi chiedi "fammi il favore di postare sulla tua bacheca qualche mio articolo", è come se tu mi chiedessi "fammi il favore di parlare di me a qualche tuo amico".
Certo che parlo di te a qualche mio amico. Dal vivo e online. Ma deve capitare. Dobbiamo essere già nell'argomento che ti riguarda o che riguarda il mestiere che fai.
Ad esempio sopra avrei potuto linkare il Sassarelli per far capire ai lettori di OPIDOS chi è, ma vedo che non ha un sito! (E se chiedi a Google ti porta alla chiesa della Ginestra. Che spettacolo). Giampiè, fra te e lui, quanto a marketing sul web non saprei chi scegliere.

Sì, lo so, è pieno di gente che linka cose non proprie. Pieno di gente che linka un articolo di quel giornale online, quella canzone su YouTube, o posta un'immagine con la perla-sberla-sbeffa di saggezza del giorno che in realtà è di 13 anni fa, ma gli era sfuggita perché 13 anni fa non sapeva ancora leggere.
Queste persone non hanno chiaro che esistono le pagine fan del Fatto Quotidiano, di Repubblica, di Gianluciano il ridanciano e delle scie chimiche emesse dagli acquiloni portati dai bambini indaco geneticamente modificati (sì, i piloti degli aerei, ormai beccati, si son fatti furbi e hanno ricorso a strumenti ben più subdoli). Pagine a cui mi iscrivo, se voglio.
I Pink Floyd piacciono anche a me. Me li ascolto, se voglio. Visito siti ufficiali e non ufficiali a loro dedicati, se mi va. Ma che c'entrano i Pink Floyd con TE, visto che apro FB per vedere notizie su di te, che dovresti scrivere sul tuo diario cose che ti sono accadute o che hai fatto accadere? Sei un tecnico del suono e ieri hai fatto il sound-check per un concerto dei Pink Floyd? Allora puoi scriverlo. Ma è impossibile, visto che sono sciolti nel 1985. No, aspetta... L'anno scorso c'è stata una reiunion e hanno fatto un disco... Beh, può essere, allora. In tal caso è una roba che ti riguarda. È ok se la scrivi su FB. E il tuo articolo ganzo che hai scritto, l'ottimo servizio che proponi, l'indispensabile gingillo che hai messo in vendita, anche quella è roba che ti riguarda, quindi puoi inviarla. TU. Io no. A meno che una di queste tue cose poche ore fa abbia influito sulla mia vita in maniera importante. E no, la tua richiesta del favore di postare su FB non conta come influenza nella mia vita... O meglio conta, ma nel senso che mi ha indotto a scrivere questo articolo. Che pubblicherò su FB senza menzionarti!!! Che beffa, ragazzi.

26 novembre 2015

No, Facebook non minaccia la privacy se sai usarlo

Ho sentito dire molte volte raccomandazioni del tipo:

"Facebook mina la privacy delle persone..."
"Hai scritto questa cosa su Facebook? Non ti vergogni a mettere in piazza una cosa così intima?"
"Oh, però questa foto non la mettere su Facebook, perché non mi va che sia mostrata a tutti!"

Cose del genere possono essere dette solo da chi conosce superficialmente o per nulla il funzionamento di Facebook e l'utilità delle liste, cioè gruppi di amici creati automaticamente da Facebook o manualmente da un utente.

Nota: le istruzioni che darò di seguito sono altamente consigliate non solo per difendere la tua privacy, ma anche per non annoiare persone a cui sicuramente non interessa il tuo post. Ad esempio, se scrivi di un gattino smarrito nella speranza che qualche lettore l'abbia trovato e te lo consegni, è bene far visualizzare il post solo alle persone che abitano nella tua area geografica (Facebook crea automaticamente una lista di utenti presenti nella tua area geografica).

COME IMPOSTARE LA VISIBILITÀ DEI POST DI FB


Quando si scrive un post, sì, è possibile scegliere che sia visibile a tutti gli utenti FB (anche i non amici). Ma non è l'unica possibilità. Per ogni post è possibile da subito, o anche dopo la pubblicazione se si è cambiato idea, scegliere di renderlo visibile:

- a tutti (anche i non amici)
- agli amici
- agli amici + amici degli amici
- solo a persone specifiche
- solo a una specifica lista di amici

È anche possibile dare una indicazione sottrattiva, e cioè indicare le persone o le liste di persone che non devono visualizzare il post.

Come? Semplice. No, non c'è bisogno di entrare nella pagina delle impostazioni del proprio profilo. Se ancora non hai pubblicato il post, clicca sul bottone in basso a destra e scegli una lista già esistente...


...oppure seleziona l'opzione "personalizzata" (nota: da smartphone questa funzione non è disponibile, almeno nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, quindi dovrai prima creare una lista di contatti a cui vuoi far vedere il post e poi selezionarla col metodo precedente)...


Dopo aver cliccato su "Personalizzata" si aprirà una finestra che ti consente le varie specificazioni (la stessa del prossimo esempio).

In entrambi i suddetti casi, il bottone blu della visibilità, quello accanto a "Pubblica", cambierà etichetta. Infatti inizialmente descriveva l'impostazione usata per il post precedente (es. "Amici"), mentre dopo il tuo clic recherà il nome della lista che avrai selezionato, oppure la scritta "Personalizzata". Da questo ti accorgerai che la tua azione di impostazione privacy del post è andata a buon fine.

Qui sotto è raffigurato ciò che devi fare se hai pubblicato un post con una certa impostazione sulla visibilità e, per qualche motivo, decida di cambiare tale impostazione. In questo caso è necessario cliccare sul piccolo bottone che si trova, nel tuo post, in alto a destra, sotto al tuo nominativo. Dopo di che... stessa cosa descritta negli esempi precedenti.


E se una persona che ha letto sulla propria bacheca il tuo post lo condivide, senza badare alla tua privacy?

Non c'è bisogno che badi alla tua privacy: ci ha già pensato lo staff di Facebook. Ciò che scrivi potrà essere condiviso solamente con le persone previste dalla visibilità che hai impostato per quel post (tutti, oppure solo i tuoi amici, oppure i tuoi amici + gli amici dei tuoi amici, oppure solo il tuo gruppo di danza, etc). Te ne accorgi ad esempio se provi a condividere il post di un tuo amico che è impostato su "Amici": si apre una finestra di Facebook che ti avverte che questa tua condivisione non renderà quel messaggio visibile ai tuoi amici che non siano anche amici anche dell'autore:


Tutto quello che ho detto fin ora vale per ciò che un utente scrive nei propri aggiornamenti di stato, giustamente proteggibili per questioni di privacy, ma non per i link, poiché questi indicano solitamente pagine web accessibili a tutti. Quindi se hai pubblicato un post visibile solo ai tuoi amici e questo post contiene un link, cosa accade quando un amico prova a condividerlo con tutti? In questo caso Facebook "filtra" il testo che hai scritto e rende visibile a tutti solamente il link.

Certo, un utente può "saltare" il tuo filtro privacy copiando e incollando il testo del tuo aggiornamento di stato e inviandolo come post proprio, senza chiederti il permesso o contro la tua volontà. Ma questo è alla stregua del parlare a voce spifferando ciò che avevi detto in confidenza a qualcuno. Il fatto che una notizia da te scritta sia stata diffusa a certe persone contro la tua volontà non è tanto questione di usare o non usare Facebook, quanto di scegliere le persone in cui riporre fiducia.

19 novembre 2015

Promesse non mantenute --> cliente irritato. Scuse = spazzatura

Riporto l'estratto di una conversazione via email col gestore dell'appartamento che ho preso in affitto per 2 settimane a Masapalomas (Gran Canaria). Nota sui "motivi di salute" citati nel messaggio: non è niente di gravissimo... forse ne parlerò in un altro articolo, essendo un caso curioso e su cui per adesso i professionisti della salute che ho consultato non hanno saputo fornire una risposta utile (né una cura efficace, né una diagnosi precisa).

Ciao [suo nome]

[...]

> Per ció che concerne i lavori ti dico che oggi termineranno. Mi spiace se ti
> abbiamo causato disagi ma come di certo saprai stiamo rinnovando il tutto
> per offrire un servizio migliore. Sono solo lavori di pittura.

Capito. E sono fiducioso del fatto che [nome del complesso di appartamenti] diventerà un luogo fra i migliori di Mesapalomas quanto a rapporto qualità/prezzo, e che potrò quindi indicare a chi mi chiede un consiglio su dove alloggiare a Gran Canaria.

Detto questo, ti racconto cos'è successo ieri in un ristorantino all'aperto dove io ho ordinato una pizza senza formaggio. Mi hanno portato una pizza con formaggio. Quando l'ho fatto notare, la cameriera mi ha detto che quello non era formaggio.
Quando ho insistito (perché c'era della evidente mozzarella), è venuto il cuoco che mi ha detto che quel formaggio faceva parte dell'impasto e che era impossibile fare una pizza senza.
Fortunatamente io mi sono accorto della cosa e ho insistito. E fortunatamente non sono come il figlio di una mia amica che è talmente allergico ai latticini (no, non mi sto inventando niente) che potrebbe anche morire ingerendone una quantità anche minima. Fortunatamente.
E sfortunatamente ci sono cameriere e cuochi talmente stupidi che, anche dopo aver detto loro che non mangio prodotti animali per motivi religiosi (avrei potuto dire "etici", ma volevo semplificare dato che mi parevano duri di comprendonio), continuano a provarci dicendo che comunque di formaggio ce n'era poco, invece di chiedere scusa e farsi perdonare non facendo pagare il pasto al cliente.

Chiaramente quello che ti ho raccontato è un caso estremo e mi guardo bene dal metterti allo stesso livello di queste due persone. Ti ho portato come esempio questo fatto accadutomi recentemente per dirti che una cosa che sembra a noi un dettaglio, magari per un'altra persona è importantissima.
Agli occhi del turista le motivazioni che hai portato (zona non buona, altri utenti online) sono una spiegazione, ma non una giustificazione.
Lui è partito da casa aspettandosi una certa cosa che ha letto online nella descrizione dei servizi, e se quella cosa per qualche motivo non c'è oppure è deficitaria, magari dirà che se l'avesse saputo prima ci avrebbe pensato due volte prima di decidere per questo appartamento oppure un altro.
Pensa se io per motivi di lavoro avessi dovuto fare delle teleconferenze. Mi sarebbe stato impossibile (e avevo specificato che non sono venuto qui a scopo vacanziero, ma per motivi di salute).

Per questo, quando sai che esiste un possibile disagio, è consigliabile dirlo prima al cliente; nel tuo caso, avvertire il turista prima che paghi e prima che parta. Così facendo, se avrà accettato comunque di venire, potrai dire di averlo avvertito e che
quindi non può lamentarsene.

A questo punto potresti chiederti: "ma questo perché trascorre tutto questo tempo a scrivere un messaggio così lungo?".
Ecco perché: spesso, quando scrivo qualcosa che potrebbe essere utile agli altri, ne faccio anche un articolo per il mio blog OPIDOS, magari dopo una eventuale aggiustatina. Nel caso specifico l'aggiustatina consisterà nell'omettere il tuo nome e quello del complesso di appartamenti che gestisci, perché ti ritengo una persona gentile e in buona fede.

Nessuna pietà invece per il ristorante della pseudo-pizza bell'e fatta con formaggio segreto (su cui ci sarebbe da infierire anche su TripAdvisor, se avesse lì un profilo): si tratta di "Café & Té" [No, non fa parte della catena spagnola "Café and Té"; è uno dei tanti localucci "a schiera" sul lungomare di Playa del Inglés]

-----------------

Dalla risposta del gestore dell'appartamento:

[...] Mi spiace se il servizio che stiamo offrendo lo ritieni non all'altezza ma questo mi sprona a migliorare il tutto.
Non voglio giustificarmi, ma come ti ho giá detto siamo appena agli inizi... dal giorno in cui siamo diventati gestori di questi appartamenti abbiamo subito iniziato ad apportare migliorie. Migliorie che ovviamente possono causare alcuni disagi (come il rumore causato dall'imbianchino).
Ieri come hai notato abbiamo cambiato il portone dell'entrata. Stiamo provvedendo a cambiare il colore delle pareti. Stiamo provvedendo a cambiare le porte d'ingresso agli appartamenti. Stiamo cercando di stravolgere l'immagine e la sostanza di questo complesso.
L'unico punto in cui non mi sento responsabile é il Wi-Fi. Purtroppo quí a sud di Gran Canaria tutte le strutture sono sulla stessa barca. Capita spesso che all'improvviso (sopratutto nei fine settimana) la velocitá si riduca drasticamente. Questo succede anche a casa mia pur avendo sottoscritto un contratto per una velocitá ed una stabiltá massima! Ma quí purtroppo é cosí! Mi sono stancato di chiamare il servizio clienti perché mi dicono tutti la stessa cosa. Vale per tutte le compagnie.
Ovviamente Marco, il prezzo che noi abbiamo deciso di presentare tiene in considerazione tutto ció.
Crediamo sia un piú che buon rapporto qualitá/prezzo. [...]

---------------------

Mia risposta:

[...] Non mi sono spiegato benone. Aggiungo quindi un pezzo all'articolo, ringraziandoti per l'occasione che mi stai dando per essere ancorapiù chiaro coi miei lettori :-)

Secondo me la qualità è all'altezza del prezzo.

L'argomento di cui ti parlavo riguardava altri possibili clienti futuri, per i quali è importante non solo il buon rapporto qualità/prezzo, ma anche il mantenimento di ciò che è stato loro promesso.

Dal punto di vista della percezione del cliente, è meglio un disservizio più grande, ma conosciuto fin dall'inizio, che un disservizio più piccolo, ma inaspettato.
Peggio di entrambe le cose è un disservizio inaspettato quando il cliente viene a sapere che non si tratta di un imprevisto, ma di qualcosa che il gestore già sapeva ma ha taciuto.
E qui il cliente va in bestia, non importa se l'appartamento costasse 100 euro al giorno o 1 euro al giorno.
Hai detto che "ovviamente" il prezzo che hai deciso di proporre tiene in considerazione questo disservizio. Ma serve a poco dirlo quando il cliente ha già pagato e sta già soggiornando nell'appartamento, perché ripeto, lì non è più questione di rapporto qualità/prezzo, ma di aspettativa-riscontro.

Quanto alla responsabilità (da non confondersi con la "colpa"), quella individuata dal cliente, giustamente, non si basa su passaggi a ritroso cronologici o logici.
Se il giorno dopo che ho acquistato un'automobile mi accorgo che ha gli pneumatici difettosi e lo riferisco al concessionario, non mi può rispondere "non me ne sento responsabile, è colpa della Pirelli". Con la Pirelli ci parli tu. Io sono venuto da te, e la responsabilità di avermi venduto quest'automobile per quanto mi riguarda è responsabilità tua al 100%.

Come accennavo, "responsabilità" non significa "colpa"..
Non è tua la colpa del fatto che la connessione funzioni male (come ad esempio ieri sera), visto che non puoi farci nulla. Ma per quanto mi riguarda è comunque tua responsabilità, essendomi io rapportato con te e non la compagnia telefonica.
Se ti lamenterai con la compagnia telefonica per la differenza fra servizio promesso e quello effettivamente riscontrato, la compagnia telefonica non potrà risponderti che la responsabilità non è sua, ma dalla ditta a cui aveva appaltato la costruzione di infrastrutture e che però tarda a montarle. Di fronte a te, la responsabilità è sua. Vale addirittura quando c'è una causa di forza maggiore, come un evento atmosferico o sismico. Il cliente che ha acquistato il biglietto di un concerto che non si è tenuto a causa di un terremoto non può ricevere come risposta "non è colpa nostra se c'è stato il terremoto". Lo so che non è colpa vostra se c'è stato il terremoto, ma è responsabilità vostra se il concerto non si è tenuto; il biglietto va comunque rimborsato.

Venendo al lato pratico, non potendo tu fare in 3 giorni la rivoluzione dell'apparato telematico del sud di Gran Canaria, come puoi agire per essere a posto agli occhi del cliente? Una cosa semplicissima che potrebbe fare la differenza fra la sua soddisfazione e la sua insoddisfazione: avvertirlo prima.
È sufficiente, prima che lui prenoti e paghi, avvertirlo che la connessione Internet non sempre è funzionante.

10 novembre 2015

"Un valore di 497 euro": lo strano linguaggio di alcuni infomarketer


Caro infomarketer, che sei pure un mio amico, e che so che lavori bene e ti comporti in maniera onesta e disponibile coi tuoi clienti. Ascoltami un attimo.

Va tutto bene quello che fai. Tutto.

Tranne una cosa. Il degenero del 7 come cifra finale. Cifra che va bene quando si tratta di prezzi, ma NON va bene quando fai una stima.

Spiego meglio.

Far finire una cifra col 7 ha senso quando si stabilisce e si comunica il costo di un prodotto o servizio. Quando si chiede al cliente di pagare quella precisa cifra. Se stabilisci un prezzo, è chiaro che la cifra dev'essere necessariamente precisa (non è che gli dici "pagami circa X euro").

Ed ha senso perché i test hanno rivelato che conviene far finire i prezzi col numero 7 (credo sia vero più che alro per i prodotti che costano poche decine di euro, ma insomma va beh).

Poi c'è l'altra attribuzione di valore monetario, proprio quello di cui ti voglio parlare, che non è il prezzo, ma è una tua valutazione, che esprimi con un discorso del tipo "Questo prodotto ti assicuro che vale non meno di X euro".

In questo caso, visto che non c'è nulla di oggettivo, è ridicolo che tu metta una cifra che finisce col 7 anziché una cifra tonda. Puoi dire che quel prodotto fino a 2 giorni fa l'hai fatto pagare 497 euro, se questo è un dato vero e incontrovertibile. Ma se invece che riportare un fatto stai facendo una stima, è ridicolo dire che quel prodotto ha un valore di 497 euro.

Quel prodotto ha il valore di 500 euro. Mica devi sottrarre 3 euro per fare uno psicoprezzo che sembri più basso. Semmai il contrario: stai tessendo le lodi di un prodotto. Perché dovresti usare una tecnica che serve per farlo percepire con un valore minore??? Stai parlando di quello che dai al cliente, non di quello che deve pagare. Dai. Parla come tutti.

Il tuo prodotto ha un valore di 500 euro, non di 497. Che ripeto, è ridicolo, perché non si capisce proprio cosa ti stia saltando in testa (o meglio io lo capisco e sorrido, mentre la maggior parte delle persone no). Perché mentre il prezzo è ovviamente preciso, il valore è ovviamente approssimativo. Altrimenti è come dire "Secondo me a occhio e croce questa montagna è alta 1741 metri". Che stai preciso a fare con quell'1 finale? Prendi per le mele? No. Io prendo per le mele quando dico una frase così. Lo confesso. Tu invece la dici perché hai il cervello che va in automatico; si è staccato dal mondo della conversazione reale (che è importantissima nella vendita) e parla il linguaggio dell'internet marketing senza se e senza ma, fraintendendo e copia-incollando dei principi anche quando non servono a nulla.


Campagna per la ri-normalizzazione degli infomarketer in Italia.

05 novembre 2015

Hai postato qualcosa di errato su FB? LO DEVI MODIFICARE O CANCELLARE. Ecco come fare.

Articolo aggiornato il 24 giugno 2018

Capita di scrivere sul proprio profilo Facebook qualcosa di sbagliato. Tipico è diffondere informazioni false credulando alle bufale (ho scritto vari articoli a riguardo, ad esempio "Credi alle bufale e le diffondi? Ecco cosa meriteresti"

Cosa fare se ti sei accorto di aver scritto una qualunque cosa che merita di essere corretta o smentita?

Cosa È TUO DOVERE FARE ?

Riparare il danno che hai fatto. Sì, si tratta di un danno. No, non  ho detto che hai fatto un enorme danno. Ho detto che hai fatto un danno. E i danni che si provocano (o che si potrebbero provocare) si riparano.

Lo dico perché è successo più di una volta che varie persone, venute a sapere di aver scritto / ri-condiviso una stupidaggine, l'hanno lasciata lì.

Se fai disinformazione, meriti di essere ripreso, smentito e redarguito.
Se lo fai sapendo di farlo (es. lasciando lì un tuo post con info errate sapendo che lo sono), meriti  pesanti punizioni corporali.

Allora, come riparare al danno fatto con un post sbagliato?

Non smentendo / correggendo in un commento allo stesso post. I commenti sono meno visibili, spesso non vengono letti.

Se scrivo qualcosa alla lavagna e mi accorgo di aver sbagliato non è che accanto col gesso scrivo "Ho sbagliato, volevo dire che...", oppure "Non tenete conto di quanto ho scritto qui accanto".
Molto più semplicemente prendo la cimosa e cancello quanto di sbagliato ho scritto.

Stessa cosa su Facebook. Semplice semplice. Semplice quanto noioso doverlo scrivere. Ma ahimè, se ci faccio un articolo apposta ci sarà un motivo, no? Già. Esatto. C'è gente che non lo intuisce da sé. Bah, 'ndiamo avanti, ché finiamo in fretta.

Non sai come cancellare un tuo post su Facebook? Non sai come modificarlo? Basterebbe cercare con Google. Va beh, lo dico qui.

PER MODIFICARE UN TUO POST:


(puoi farlo solo per la parte scritta; è impossibile aggiungere o togliere immagini, quindi se vuoi cancellare e/o aggiungere un'immagine devi per forza cancellare il post)

- Vai sul tuo diario cliccando sul tuo nominativo o, da smartphone, sulla tua foto profilo in alto a sinistra

- Clicca sui tre punti in alto a destra sul tuo post

- Clicca su "Modifica post"

- Esegui la modifica che devi eseguire

- Clicca su "Salva"

PER CANCELLARE UN TUO POST:

- Vedi i primi due passi descritti nella procedura precedente

- Clicca su "Elimina"

- Sulla finestra che ti chiede la conferma, clicca su "Elimina"

-----------------

Altro consiglio: se il tuo post farlocco è stato online per più di qualche minuto prima della sua modifica, dopo aver riparato il danno sarebbe buona cosa fare un altro post chiedendo scusa e smentendo il post precedente, dato che la maggior parte delle persone non tornerà a leggere il post modificato.

04 novembre 2015

Come fare uno screenshot su Windows

In questo articolo fornisco le istruzioni per "fotografare" lo schermo di un PC salvando ciò che in esso compare su un file immagine (tipicamente un JPG).

Questo è ad esempio utile se a una persona da contattre via email si vuole mostrare cosa accade sul nostro PC quando si naviga su Internet. Nel qual caso, infatti, non devi andare su File --> salva, perché così otterresti di salvare sul tuo computer un file HTML o PSP o altro con eventualmente la relativa cartella, e non è detto che questo file venga visualizzato nello stesso modo nel computer del destinatario, specialmente se la navigazione che hai effettuato dipendeva da dati di accesso che avevi inserito precedentemente.

Ecco dunque come trasformare una schermata in immagine (operazione detta in inglese anche "screenshot"):


- Visualizza sul tuo schermo ciò che devi mostrare nell'immagine

- premi il tasto della tua tastiera "stamp" (di solito sulla destra dispetto a F12)

- apri un qualunque programma di grafica; va bene anche il Paint di Windows (su Windows 7 vi si accede cliccando su Start --> Tutti i programmi --> Accessori --> Paint)

- una volta aperta la finestra del programma, tenendo premuto il tasto CTRL premi il tasto "V"; in questo modo comparirà la schermata che volevi mostrare

- in alto a destra, clicca sulla "X" per uscire dal programma; si aprirà una finestra che ti chiederà se vuoi salvare il lavoro fatto; clicca su "Salva" (o su "sì", a seconda del programma che stai usando)

- nella finestra di salvataggio, dai il nome al file immagine che vuoi salvare, scegli la cartella in cui vuoi salvarla (es. Desktop), scegli il suo formato (sconsiglio il formato bmp in quanto è inutilmente pesate; consiglio il formato jpg) e clicca sul pulsante di salvataggio.


La procedura è molto simile nei computer Mac e nei computer con sistema operativo Linux.