21 agosto 2015

Vuoi essere mio amico? Ne sei sicuro?

Vanna e Andrea, due iscritti alle mie newsletter e che non conoscevo di persona né telematicamente, hanno risposto per primi all'appello che ho lanciato in favore di un mio amico in difficoltà, aiutandomi ad aiutarlo con una donazione. A loro quindi dedico questo articolo.

...Articolo che più che altro consiste, come sovente accade in questo blog, nel semplice incollaggio (con un po' di modifiche e miglioramenti) del testo di un messaggio, e cioè l'email che ho loro inviato.

Prima di augurarti buona lettura, una precisazione senza la quale forse te ne andresti da questa pagina senza arrivare neanche a metà: lo so, gli scenari qui descritti sono impegnativi, ne parlo in via ipotetica e augurandomi che non debbano capitare, e lo so, è segno di amicizia anche non sfruttare l'altro e fare da soli quando si può, e prima di chiedere un favore si deve tenere conto degli impegni altrui (altrimenti non si chiama "amico", ma "palla al piede").

Detto questo, buona lettura, se ti va.

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Ciao. Ce ne vorrebbero di più di persone come te.

Mi fai pensare a chi mi chiede l'amicizia su Facebook conoscendomi appena o per nulla. Non mi conosci e mi proponi di essere mio amico? Benissimo. Mi voglio fidare. Accetto. Siamo amici. Ma allora mi aspetto che tu mi tratti come amico.
Se vieni a sapere che sono in difficoltà io oppure è in difficoltà un mio amico, tu ti attivi per dare un aiuto. Non te lo devo neanche chiedere. Se l'aiuto più utile da fornire è economico, ti frughi in tasca senza pensarci.

Da matti comportarsi così con una persona che conosci da poco? È una tua scelta. Sei tu che mi hai chiesto l'amicizia. O pensavi che l'amicizia fosse scambiare 2 battute e 2 link di sui politici ladri, sulla capra che incredibilmente allatta il gattino e sulla nuova cura per il cancro censurata dalle case farmaceutiche?

La cosa buffa è che tante persone danno la colpa agli sviluppatori di Facebook. Sarebbero loro che hanno usato la parola "amicizia" in modo improprio, e avrebbero dovuto chiamarla "contatto" o simili.
Tipo: in un negozio di casalinghi vedi un bastoncino di legno slargato in fondo e lo compri e corri a casa per farne l'uso che ritieni più opportuno: tagliare il cocomero; qualcuno ti becca nel tua goffa impresa e a un certo punto, mosso da compassione, tenta di spiegarti come stanno le cose. "Vedi? C'è ancora l'etichetta attaccata. C'è scritto che è un mestolo, e serve per girare il sugo". Tu cosa rispondi? "Sì, l'avevo vista. Ma il fatto è che i produttori hanno sbagliato nome; avrebbero dovuto chiamarlo coltello. Comunque bah, è davvero un pessimo coltello.

No, no.

Se il produttore dà un certo nome a una certa funzione, non puoi usarlo in maniera impropria e al tempo stesso giustificare il tuo stupido agire sostenendo che il nome è sbagliato. Puoi fare una delle due cose. Ma non tutte e due insieme.

Su Facebook c'è l'amicizia.   A-M-I-C-I-Z-I-A.

Ci siamo conosciuti in un sito per persone in cerca di sesso facile e giocherelloso e hai cliccato sulla richiesta "fammi i pizzicotti sul sedere" ? Se accetto, aspettati pizzicotti sul sedere.

Mi hai contattato su Facebook e mi hai chiesto l'amicizia? Signifia che vuoi essere mio amico.
E di conseguenza verrai sgamato come l'ipocrita che sei se dimostrerai che dell'amicizia volevi solo i benefici. Tipo: vuoi semplicemente...

- che i tuoi post vengano letti da più persone possibili, ma se i tuoi post non sono interessanti smetteranno di leggerli, e se esageri con l'immondizia smetteranno di seguirti;

- che il tuoi prodotti o servizii raggiungano più persone possibili da trasformare in clienti, ma allora non volevi la mia amicizia, volevi i miei soldi... inoltre il regolamento di Facebook vieta alle aziende di iscriversi come profilo personale;

- poter chattare con me, ma due persone possono chattare fra loro anche senza essere amici (a meno che uno non abbia bloccato l'altro).

Non sto dicendo che tutti i mei amici dovrebbero sentirsi obbligati ad aderire a ogni mia iniziativa di beneficenza nei confronti di persone a me vicine.
Possono anche non farlo, a patto che il motivo sia del tipo "Non sono d'accordo con questa iniziativa" oppure "davvero non posso" (ma nel caso di raccolta fondi chi non può donare anche 2 euro, anche per manifestare la propria solidarietà?).
Se invece il motivo è "Eh, ci sono tante persone che hanno bisogno... si dovesse far beneficenza per tutti...", allora non mi sembra accettabile. Perché questo equivale a dire che io per te sono una persona qualunque, e quindi le persone a me vicine sono persone qualunque... quando invece dovrebbe esserci una proprietà transitiva dell'amicizia di almeno un grado (cioè non mi aspetto che un amico si stra-impegni per aiutare l'amico dell'amico dell'amico dell'amico dell'amico, ma almeno semplicemente l'amico dell'amico, quello sì). Ti sei proposto come amico, mentre in realtà vorresti che io facessi parte delle persone qualunque? Questo è offensivo nei confronti miei e nei confronti del concetto di amicizia, che secondo me è sacro. Non va bene.

Ecco. Il premio per la tua gentilezza è stato il mio nuovo articolo in anteprima sotto forma di sfoghino.

Ciao e complimenti per il tuo purtroppo raro quanto encomiabile comportamento, tanto più che non ci conosciamo direttamente. Da te sì che accetterei volentieri e con ragionevole fiducia una richiesta di amicizia.

Marco 

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Mi rendo conto che di primo acchito accostare amicizia e soldi può stonare. Ma in quella vicenda di soldi si era trattato. E del resto mi sembra un esempio efficace.
Faccio qui altri esempi di favori che si possono chiedere e che si devono fare agli amici quando possibile:

- Mi aspetto che tu, se puoi, mi venga a prendere se sono rimasto a piedi lontano da casa e non so come tornare.

- Mi aspetto che tu, se puoi, mi ospiti a casa tua se la mia abitazione è crollata per via di un terremoto.

- Mi aspetto che tu, se puoi, mi dia una mano se ti chiedo un aiuto per un trasloco.

Altra cosa importante: se sei mio amico ritengo normale da parte tua essere adeguatamente severo nei confronti di chi ha agito ingiustamente contro di me, specialmente se lo fa in un territorio che amministri tu, fisicamente o telematicamente. Ad esempio a casa tua, oppure nei commenti sul tuo profilo Facebook. Un esempio per quest'ultimo caso: se sotto a un tuo post sul tuo profilo qualcuno ha scritto un commento parlando nei miei confronti in modo ingiustamente offensivo o scorbutico o ha ingiustamente mosso contro di me un'accusa o un'insinuazione, mi aspetto che tu mi difenda.
Se il comportamento di questa persona è stato particolarmente grave, senza da parte sua un pentimento e una riparazione del torto, mi aspetto che tu lo elimini dai tuoi amici e che non ci sia un tuo "Mi piace" su eventuali sue pagine Facebook dedicate alla sua persona; cosa analoga mi aspetto se la scorrettezza è stata commessa nei miei confronti da un'azienda.
 
 ...Il tutto sapendo che io farei lo stesso con te.
 
Insomma... hai presente l'amicizia? Spero di sì.

...Ah, riguardo al difendermi in caso di tentata diffamazione... Come puoi farlo se non mi conosci? Puoi sempre iniziare a leggere un po' di articoli di questo blog per farti un'idea di chi sono. E io? Se non so che tipo sei, come faccio a valutare la possibilità di un'amicizia vera? Se non hai un luogo online in cui parli di te e delle tue opinioni (blog, diario FB, etc), tecnicamente la nostra sarà un'amicizia in prova... Beh, come tutte, del resto. E siccome amo essere non solo chiaro, ma anche ottimista, fino a prova contraria, se concordi con ciò che è scritto in questa pagina, come accenanvo sopra, posso ritenerti un amico e accettare la tua richiesta. Se invece preferisci semplicemente rimanere aggiornato sui miei post pubblici, puoi sempre andare sul mio profilo e cliccare su "segui". Vedi anche l'articolo a questa pagina.

Su gli argomenti amicizia e Facebook ti invito a leggere gli altri articoli linkati a questa pagina.

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