30 agosto 2015

Bibbia tradotta alla lettera: e cioè?

Siccome il cristianesimo si è scisso in vari rami sulla base della diversa interpretazione della Bibbia, in particolare sulla base delle sue diverse traduzioni, ognuno potrebbe farsi un'idea leggendola... se tutti avessero un'ottima conoscenza delle lingue in cui fu scritta.

Chi crede che la Bibbia contenga la parola di Dio e ha voglia di conoscere la verità, ma al tempo stesso non ha tempo né voglia di studiare le lingue originali fino a conoscerle alla perfezione (compresi modi di dire)?

Deve consultare una Bibbia tradotta alla lettera, verrebbe da rispondere.

Ma un po' tutti gli autori delle varie versioni della Bibbia sostengono che la propria versione è tradotta "in pratica alla lettera". Diranno magari "La mia versione è la traduzione alla lettera, chiaramente dove il testo lo consente; le variazioni sono state fatte giusto per ottenere una leggibilità scorrevole, ma per il resto il significato delle parole è quello".

Come la mettiamo?

Il fatto è che di traduzione alla lettera possono esistere diversi livelli.

Siccome non conosco ebraico, aramaico e greco antico, faccio degli esempi con la traduzione dall'inglese all'italiano. E siccome sono le prime cose che mi vengono in mente a me che sono un giovane birbaccione, lo faccio con alcune parolacce.

Prendiamo l'offesa "Fucking asshole".

Traduzione alla lettera grezza: "da fottere buco di culo"
Traduzione alla lettera meno grezza: "buco di culo da fottere"
Traduzione ancora meno grezza, che se sentita da un italiano inizia a rendere l'idea di ciò che l'inglese voleva dire: "fottuto buco di culo"
Poi si può considerare una traduzione ancora meno grezza, ma di fatto univoca: "fottuta testa di cazzo". È alla lettera questa? No e sì. No, perché un buco e un culo non sono una testa e un cazzo. Sì, perché con "asshole" l'inglese intende esattamente cosa intende l'italiano per "testa di cazzo", senza alcuna possibilità di equivoco, e cioè "persona di infimo valore, meritevole di essere offesa pesantemente".

Del resto l'espressione "traduzione letterale" significherebbe, letteralmente, tradurre lettera per lettera, e non parola per parola. Il che è impossibile. Anche quella va interpretata :-)

Andiamo avanti "fucking asshole", soffermandoci su "fucking".

In realtà "fottuto" così come si sente dire nei film è così usato solo da quando si doppiano i film anglofoni. Prima in italiano non esisteva. Dove l'inglese dice "fucking car" l'italiano non direbbe "fottuta automobile", ma "automobile del cazzo".
Ma nell'esempio di prima probabilmente un traduttore incaricato di tradurre alla lettera troverebbe come buon compromesso il pur inconsueto "fottuta testa di cazzo". Infatti sarebbe troppo inaccettabilmente ridondante dire "testa di cazzo del cazzo", mentre ridurre l'intera traduzione a "testa di cazzo" tagliando di netto il "fucking" esporrebbe alla critica "avevi detto che la tua traduzione era letterale, mentre addirittura hai tagliato un termine senza neanche tradurlo".
Probabilmente per rendere l'idea di ciò che un inglese vuole dire con "fucking asshole" evitando sia la ridondanza, sia il taglio, sia un'espressione inconsueta, una buona traduzione sarebbe "imbecille testa di cazzo". Sarebbe la migliore traduzione, perché in effetti esprimerebbe in italiano esattamente ciò che un inglese voleva dire con la frase in esempio. E questo di nuovo autorizzerebbe a dire che si tratta di una traduzione letterale. Ma qualcuno potrebbe osservare che non è così data la grande elaborazione di concetto che è stata necessaria per arrivare alla formula italiana finale.

Insomma, letterale può voler dire diverse cose:

- parola per parola

- frase per frase

- frase per frase accomodata, tenendo conto dell'unico significato che poteva avere in italiano (salvo sinonimi) data l'impossibilità di altre interpretazioni

Certo che, in presenza di diatribe sulle versioni in lingua diversa di un testo il cui autore non è più interpellabile, è opportuna una traduzione letterale che sia abbastanza "stretta" da ridurre al minimo l'opinabilità nel merito dei singoli termini, ma al tempo stesso non tanto stretta da sconvolgere il significato della frase là dove frasi fatte e modi di dire abbiano un significato diverso da quello che darebbe loro chi non li conosce. Si pensi, ad esempio, al saluto che gli inglesi danno presentandosi "How do you do", che tradurre letteralmente ("Come fai?") non garantisce certo chiarezza, ma un vero e proprio errore.

29 agosto 2015

Acquista una linotipìa e aiuta un ragazzo in difficoltà

Aggiornamento: la raccolta fondi per il mio amico è terminata. Lascio qui questo articolo solo per la memoria storica e per dare un giusto tributo al generoso Dario.

Dopo l'appello con cui chiedevo di aiutare con un'offerta libera un ragazzo in difficoltà, il mio FB-friend Dario Woollover mi ha contattato proponendomi di vendere le sue bellissime linotipìe per devolvergli il ricavato.

Allora di nuovo metto volentieri a disposizione il mio spazio web e pubblico le foto delle opere di Dario. I pezzi a disposizione sono solo 11.

Costo delle linotipìe: 15 € l'una.
Modalità di pagamento:
[...dati ad oggi inutili...]

E se la linotipìa che vuoi sarà già stata presa? Te lo dirò, e ne sceglierai un'altra fra quelle rimaste (oppure potrai avere un rimborso).

Ed ecco finalmente le fantastiche, stupende e soprattutto benefiche e solidali linotipìe di Dario, che rappresentano il particolare di un pianoforte. Clicca su ciascuna immagine per ingrandirla.

...Ah... Se pensi che la solidarietà e le linotipìe possano interessare a qualcuno, inviagli il link a questa pagina. E nel dubbio... convidivila su Facebook!












Grazie!

26 agosto 2015

E se il proprietario della rosticceria apre un ristorante vegano?

Letto in questi giorni su FB:

"Vi sembra normale che lo stesso proprietario che ha la braceria della Vasca a Montevarchi e che da anni ormai cuoce animali su quelle schifose gratelle , apra un ristorante Vegetariano/vegano?"

Incollo dai miei commenti dopo un'aggiustatina:

Questo ti spinge a boicottare questo ristorante? Allora per lo stesso motivo potresti non mettere piede in un supermercato: quegli ipocriti fanno il reparto frutta e verdura, mentre pochi metri più là vendono la carne.
Se devo far riparare la mia bicicletta, evito di portarla da un biciclettaio onnivoro perché so che coi miei soldi ci si comprerà la carne? Lo evito perché i freni che mi cambierà sono stati fabbricati da uomini che hanno tratto dal latte l'energia per lavorare?

Il boicottaggio contro l'onnivoro come persona o come azienda in toto è impraticabile e inefficace: a causa di come l'onnivorismo permea il nostro mondo, tutto quello che facciamo in qualche modo appoggia (nel prima premiando, e nel poi favorendo) sia l'onnivorismo, sia altre pratiche che ci trovano discordi e che quindi tenderemmo a ostacolare. La decisione se boicottare o no un'azienda può dipendere dalle nostre emozioni o dalla nostra razionale strategia. Nessuna delle due cose è sbagliata, ma se non abbiamo presente a quali delle due dipende la decisione che stiamo prendendo, allora agiamo in maniera ingenua.

Nel caso specifico, se non vai al ristorante vegano perché il proprietario ti sta antipatico in quanto proprietario di una braceria, ok. Ma devi sapere che questo non è boicottaggio, anzi è il contrario. Il boicottaggio è uno strumento che serve per mandare un messaggio che dev'essere chiaro ed obbligatoriamente semplice; se è anche solo un po' complesso, modulato su più di un parametro anziché su on/off, non va a segno. Non viene capito.Compri oppure non compri. Ci vai oppure non ci vai. Il messaggio sul perché compri o non compri, o sul perché ci vai o non ci vai viene interpretato come "questo prodotto non mi piace". A meno che l'erogatore del servizio sia una multinazionale e sia cosciente di una grande campagna di boicottaggio da parte di un gran numero di attivisti o grandi associazioni.

Non è certo il caso del proprietario di uno o più ristoranti a livello locale. Se questo proprietario avrà pochi clienti nel suo ristorante vegetariano non capirà certo "forse sono io come persona che sto antipatico in quanto incoerente". Penserà molto più semplicemente "i ristoranti vegani non funzionano, meglio chiudere o convertire anche questo in ristorante onnivoro".

Riassumendo-riassumendo: se vuoi ottenere un qualche efftto positivo quando boicotti e fai boicottare, usa la razionalità e non i paraocchi.

21 agosto 2015

Vuoi essere mio amico? Ne sei sicuro?

Vanna e Andrea, due iscritti alle mie newsletter e che non conoscevo di persona né telematicamente, hanno risposto per primi all'appello che ho lanciato in favore di un mio amico in difficoltà, aiutandomi ad aiutarlo con una donazione. A loro quindi dedico questo articolo.

...Articolo che più che altro consiste, come sovente accade in questo blog, nel semplice incollaggio (con un po' di modifiche e miglioramenti) del testo di un messaggio, e cioè l'email che ho loro inviato.

Prima di augurarti buona lettura, una precisazione senza la quale forse te ne andresti da questa pagina senza arrivare neanche a metà: lo so, gli scenari qui descritti sono impegnativi, ne parlo in via ipotetica e augurandomi che non debbano capitare, e lo so, è segno di amicizia anche non sfruttare l'altro e fare da soli quando si può, e prima di chiedere un favore si deve tenere conto degli impegni altrui (altrimenti non si chiama "amico", ma "palla al piede").

Detto questo, buona lettura, se ti va.

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Ciao. Ce ne vorrebbero di più di persone come te.

Mi fai pensare a chi mi chiede l'amicizia su Facebook conoscendomi appena o per nulla. Non mi conosci e mi proponi di essere mio amico? Benissimo. Mi voglio fidare. Accetto. Siamo amici. Ma allora mi aspetto che tu mi tratti come amico.
Se vieni a sapere che sono in difficoltà io oppure è in difficoltà un mio amico, tu ti attivi per dare un aiuto. Non te lo devo neanche chiedere. Se l'aiuto più utile da fornire è economico, ti frughi in tasca senza pensarci.

Da matti comportarsi così con una persona che conosci da poco? È una tua scelta. Sei tu che mi hai chiesto l'amicizia. O pensavi che l'amicizia fosse scambiare 2 battute e 2 link di sui politici ladri, sulla capra che incredibilmente allatta il gattino e sulla nuova cura per il cancro censurata dalle case farmaceutiche?

La cosa buffa è che tante persone danno la colpa agli sviluppatori di Facebook. Sarebbero loro che hanno usato la parola "amicizia" in modo improprio, e avrebbero dovuto chiamarla "contatto" o simili.
Tipo: in un negozio di casalinghi vedi un bastoncino di legno slargato in fondo e lo compri e corri a casa per farne l'uso che ritieni più opportuno: tagliare il cocomero; qualcuno ti becca nel tua goffa impresa e a un certo punto, mosso da compassione, tenta di spiegarti come stanno le cose. "Vedi? C'è ancora l'etichetta attaccata. C'è scritto che è un mestolo, e serve per girare il sugo". Tu cosa rispondi? "Sì, l'avevo vista. Ma il fatto è che i produttori hanno sbagliato nome; avrebbero dovuto chiamarlo coltello. Comunque bah, è davvero un pessimo coltello.

No, no.

Se il produttore dà un certo nome a una certa funzione, non puoi usarlo in maniera impropria e al tempo stesso giustificare il tuo stupido agire sostenendo che il nome è sbagliato. Puoi fare una delle due cose. Ma non tutte e due insieme.

Su Facebook c'è l'amicizia.   A-M-I-C-I-Z-I-A.

Ci siamo conosciuti in un sito per persone in cerca di sesso facile e giocherelloso e hai cliccato sulla richiesta "fammi i pizzicotti sul sedere" ? Se accetto, aspettati pizzicotti sul sedere.

Mi hai contattato su Facebook e mi hai chiesto l'amicizia? Signifia che vuoi essere mio amico.
E di conseguenza verrai sgamato come l'ipocrita che sei se dimostrerai che dell'amicizia volevi solo i benefici. Tipo: vuoi semplicemente...

- che i tuoi post vengano letti da più persone possibili, ma se i tuoi post non sono interessanti smetteranno di leggerli, e se esageri con l'immondizia smetteranno di seguirti;

- che il tuoi prodotti o servizii raggiungano più persone possibili da trasformare in clienti, ma allora non volevi la mia amicizia, volevi i miei soldi... inoltre il regolamento di Facebook vieta alle aziende di iscriversi come profilo personale;

- poter chattare con me, ma due persone possono chattare fra loro anche senza essere amici (a meno che uno non abbia bloccato l'altro).

Non sto dicendo che tutti i mei amici dovrebbero sentirsi obbligati ad aderire a ogni mia iniziativa di beneficenza nei confronti di persone a me vicine.
Possono anche non farlo, a patto che il motivo sia del tipo "Non sono d'accordo con questa iniziativa" oppure "davvero non posso" (ma nel caso di raccolta fondi chi non può donare anche 2 euro, anche per manifestare la propria solidarietà?).
Se invece il motivo è "Eh, ci sono tante persone che hanno bisogno... si dovesse far beneficenza per tutti...", allora non mi sembra accettabile. Perché questo equivale a dire che io per te sono una persona qualunque, e quindi le persone a me vicine sono persone qualunque... quando invece dovrebbe esserci una proprietà transitiva dell'amicizia di almeno un grado (cioè non mi aspetto che un amico si stra-impegni per aiutare l'amico dell'amico dell'amico dell'amico dell'amico, ma almeno semplicemente l'amico dell'amico, quello sì). Ti sei proposto come amico, mentre in realtà vorresti che io facessi parte delle persone qualunque? Questo è offensivo nei confronti miei e nei confronti del concetto di amicizia, che secondo me è sacro. Non va bene.

Ecco. Il premio per la tua gentilezza è stato il mio nuovo articolo in anteprima sotto forma di sfoghino.

Ciao e complimenti per il tuo purtroppo raro quanto encomiabile comportamento, tanto più che non ci conosciamo direttamente. Da te sì che accetterei volentieri e con ragionevole fiducia una richiesta di amicizia.

Marco 

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Mi rendo conto che di primo acchito accostare amicizia e soldi può stonare. Ma in quella vicenda di soldi si era trattato. E del resto mi sembra un esempio efficace.
Faccio qui altri esempi di favori che si possono chiedere e che si devono fare agli amici quando possibile:

- Mi aspetto che tu, se puoi, mi venga a prendere se sono rimasto a piedi lontano da casa e non so come tornare.

- Mi aspetto che tu, se puoi, mi ospiti a casa tua se la mia abitazione è crollata per via di un terremoto.

- Mi aspetto che tu, se puoi, mi dia una mano se ti chiedo un aiuto per un trasloco.

Altra cosa importante: se sei mio amico ritengo normale da parte tua essere adeguatamente severo nei confronti di chi ha agito ingiustamente contro di me, specialmente se lo fa in un territorio che amministri tu, fisicamente o telematicamente. Ad esempio a casa tua, oppure nei commenti sul tuo profilo Facebook. Un esempio per quest'ultimo caso: se sotto a un tuo post sul tuo profilo qualcuno ha scritto un commento parlando nei miei confronti in modo ingiustamente offensivo o scorbutico o ha ingiustamente mosso contro di me un'accusa o un'insinuazione, mi aspetto che tu mi difenda.
Se il comportamento di questa persona è stato particolarmente grave, senza da parte sua un pentimento e una riparazione del torto, mi aspetto che tu lo elimini dai tuoi amici e che non ci sia un tuo "Mi piace" su eventuali sue pagine Facebook dedicate alla sua persona; cosa analoga mi aspetto se la scorrettezza è stata commessa nei miei confronti da un'azienda.
 
 ...Il tutto sapendo che io farei lo stesso con te.
 
Insomma... hai presente l'amicizia? Spero di sì.

...Ah, riguardo al difendermi in caso di tentata diffamazione... Come puoi farlo se non mi conosci? Puoi sempre iniziare a leggere un po' di articoli di questo blog per farti un'idea di chi sono. E io? Se non so che tipo sei, come faccio a valutare la possibilità di un'amicizia vera? Se non hai un luogo online in cui parli di te e delle tue opinioni (blog, diario FB, etc), tecnicamente la nostra sarà un'amicizia in prova... Beh, come tutte, del resto. E siccome amo essere non solo chiaro, ma anche ottimista, fino a prova contraria, se concordi con ciò che è scritto in questa pagina, come accenanvo sopra, posso ritenerti un amico e accettare la tua richiesta. Se invece preferisci semplicemente rimanere aggiornato sui miei post pubblici, puoi sempre andare sul mio profilo e cliccare su "segui". Vedi anche l'articolo a questa pagina.

Su gli argomenti amicizia e Facebook ti invito a leggere gli altri articoli linkati a questa pagina.

Una colletta per un ragazzo in difficoltà

Mantengo online questo articolo per memoria storica. La colletta, effettuata nel 2015, ebbe un discreto successo. In seguito ho deciso di modificare le foto per rendere non riconoscibile il ragazzo e modificare il testo per non rivelare il suo nome.


Se fossi un tifoso ti direi che il tiro in porta della mia squadra del cuore l’hai parato tu. Niente emozioni con le medaglie e con le coppe stavolta, ma un’emozione 100 volte più grande: poter pensare che sorridi facendo la “V” come 25 anni fa.

Non ce l’ha fatta la sfortuna ad ammazzarti ancora. Sei ancora fra noi. E fra noi qualcuno è qui per te:

FACCIAMO UNA COLLETTA PER AIUTARTI, così puoi farci vedere come mantieni la promessa che mi hai fatto: nonostante tu

- abbia perso il lavoro perché il tuo capo ha chiuso il ristorante

- sia diventato un senza tetto (e pensare che eri così felice per aver conquistato l’autosufficienza tutto da solo, e avere la possibilità di lavorare sodo!)

- abbia sentito i medici parlare di sospetto tumore allo stomaco perché per 3 mesi hai vomitato tutto quello che tenti di mangiare (speriamo che invece l'endoscopia dell'8 settembre sia negativa)

- abbia visto, per un lungo periodo, birre e sigarette come unici amici

- sia stato derubato 4 volte in pochi mesi

- ti volessi suicidare o lasciarti morire

..nonostante tutto questo, ti ho proposto di cambiare direzione e hai accettato: non una goccia di alcool per 2 anni, niente più sigarette, alimentazione sana, e soprattutto l’impegno di imparare dal passato.

Mi son detto “Manterrà la promessa?” e ho farabuttamente parlato con una persona che ti conosce e che vive a Hon Kong vicino a te, ti ha testato e tu hai superato il test. Meriti di raccontare a tuo figlio una bella storia.

Bene, ciao. Smetti pure di leggere. Mi rivolgo adesso ai tuoi amici e a tutti i miei lettori.

PRENDERESTI A CALCI NEL SEDERE CHI SCRIVE SU FACEBOOK “L’AMICO SI VEDE NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ ?”, CLICCA “MI PIACE” SUL POST CHE DICE DI CAMBIARE IL MONDO, MA NELLA VITA REALE NON FA NULLA?

Io sì. Non perché è ipocrita, ma perché non sa cosa si perde. Gli direi:

compri l’abbonamento allo stadio per vedere il tuo campione affinché ti dia delle emozioni? Allora prova questa, di emozione: vedere un campione di sopravvivenza fra mille sfortune RIALZARSI ANCHE GRAZIE A TE.

Speriamo che questo ragazzo trovi presto lavoro (per fortuna a Hon Kong il lavoro c’è, molto più che in Italia). Fino a allora, AIUTIAMOLO NOI AFFINCHÉ NON DORMA IN STRADA. Paghiamogli l’affitto per 2-3 mesi e le spese per il cibo e le cure mediche.

Tira fuori i soldi. Trasforma quei pezzi di carta in una bella emozione per te. Ricordi il goal della tua squadra che vince una finale? Parato. Stop. Non oggi. Oggi ti aspetta un’emozione diversa, 100 volte meglio.

Ecco come donare: [...dati ad oggi inutili...]

E condividi questo messaggio: ci sono altre persone affamate di emozioni belle che hanno il diritto di sapere!

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Ulteriori precisazioni su questa vicenda ed il suo esito sono pubblicati nel mio articolo pubblicato a questa pagina.

16 agosto 2015

Commenti maleducati sul tuo spazio web: cosa fare?

Nota: per "tuo spazio werb" intendo lo spazio di un server esattamente tuo oppure lo spazio che una qualunque azienda ti ha dato in gestione, ad esempio il tuo profilo Facebook, il blog che hai creato su una piattaforma gratuita, etc. Dire "questo spazio non è tuo, ma è di Facebook/Altervista" è come dire "No, non sono entrato in casa tua, infatti non è tua, visto che l'hai presa in affitto".

Altra cosa: la maggior parte di ciò che sto per dirti può valere anche quando sei ospite di uno spazio web di qualcun altro. E può essere anche traslato anche al di fuori del mondo telematico. Contano più o meno gli stessi principi.

Cosa devi fare con chi entra nel tuo profilo Facebook, nel tuo blog, nel forum che gestisci, commentando in maniera che ritieni maleducata?

Beh, quello che vuoi, devi fare. Io però ti offro questo punto di vista che potrebbe renderti la vita più comoda e rilassata nel caso fin ora eventi del genere ti abbiano impegnato la mente più di tanto.

Incollo il frammento di un commento a un mio articolo del settembre 2012 che ha ispirato la scrittura di questo che stai leggendo:

[...] a volte ci vorrebbe del "pelo sullo stomaco" per sopportare la maleducazione e l'arroganza [...]

Il pelo sullo stomaco non serve in realtà. Ed è pure antiestetico (e chi ha questo problema può trovare la soluzione nella terapia fotodinamica)

Aver bisogno di sopportare o non averne bisogno dipende dal modo in cui guardi la persona e il "palcoscenico" della conversazione. Io a tu per tu mi metto solo con le persone che stimo. Le restanti persone, finché non le conosco bene, sono nel "limbo del forse", e se fanno o dicono una stupida stupidaggine, un secondo dopo premo il tasto della botola che li scaraventa nel mio canile mentale.

Hai presente il cane, no? Un cane adulto, intendo. Che quindi non è più ammaestrabile. Simpatica creatura, ma non puoi pretendere educazione da lui, né nei suoi confronti puoi nutrire risentimento se ti ha pestato un piede sporcandoti la scarpa. È solo un cane, dai.

Ma c'è di più.

Non sottovalutare il potere benefico dell'eventuale bisticcio fra altre persone che potrebbero intervenire: i tuoi difensori e i tuoi detrattori. Raramente la gente cambia idea. Quindi se vieni anche presa a male parole da qualcuno, chi legge ed è d'accordo con l'offenditore continuerà ad esserlo,, e chi ritiene che l'offenditore sia spazzatura umana non avrà bisogno che tu evidenzi questo fatto per notarlo.

L'unico motivo che può farti star male è avere il dubbio (conscio o inconscio) che il tizio offenditore abbia almeno una parte di ragione.

Altrimenti semplicemente il fatto è questo: agli occhi delle persone affini a te, e cioè le uniche a cui hai motivo di interessarti, il messaggio di chi parla in modo rozzo, inopportuno, stupido, etc già fa fare brutta figura al suo autore, e solo a lui.

Io prima di rispondere a un commento maleducato aspetto sempre un po', nella speranza che lo faccia qualcun altro al posto mio. Se questo non succede, cosa faccio? Dipende da cosa voglio ottenere.

Fra le varie cose che potrei voler ottenere c'è:

- Fare pulizia perché l'individuo sta esagerando e sembra abbia deciso di adibire il mio spazio web a discarica per i suoi liquami mentali; in tal caso lo banno.

- Buttarla sul ridere per disperdere l'orrore che mi pervade al solo pensiero di essere risucchiato dal vuoto e dalle temebre che albergano nella testa del commentatore; allora faccio una battuta (che spesso gli risulta troppo ermetica per essere compresa, ed è giusto così) o invio un meme a tema (come ho fatto recentemente, vedi immagine in alto)

- Dare un chiarimento nel merito della questione trattata (soprattutto per le altre persone); posso farlo senza necessariamente bacchettare il commentatore per i suoi toni (chi è partito sparato e si ritrova ad avere torto è già abbastanza umiliato senza bisogno di infierire).

Fra le varie cose che NON voglio mai ottenere c'è quell'obiettivo mattoide di convincere uno scemo che è scemo. Che è come spiegare a un cane che deve chiedere scusa, e pretendere di poterlo fare perché non è mica un cucciolo, è un cane adulto. Ok, è adulto, ma sempre un cane rimane.

14 agosto 2015

La bestemmia sportiva del presidente Falcone: "Non possiamo andare a fare figuracce"

In seguito ai risultati dei campionati Europei di Baku il presidente della Fijlkam Mimmo Falcone ha deciso di ridurre da 9 a 4 i judoka italiani da portare ai campionati mondiali che si svolgerano ad Astana (Kazakhstan) dal 24 al 30 agosto. L'ex-campione olimpico Pino Maddaloni, responsabile della squadra maschile di judo, vedendo dimezzare la schiera di atleti che aveva proposto, ha reagito disertando lo stage di Tel Aviv, cosciente che sarebbe stato sospeso. In teoria, una decisione definitiva in merito verrà presa dopo i mondiali dal Consiglio di settore, ma di fatto si è trattato di dimissioni dalla carica di ct azzurro.

Falcone, intervistato da Giorgio Lo Giudice della Gazzetta dello Sport, ha detto che Pino "agisce non proprio da campione quale è", e ha aggiunto "Possibile sia così difficile capire che la federazione non può mandare gli atleti ai Mondiali a fare figuracce?

Questa invece la mia opinione: Pino Maddaloni anche in questo frangente ha agito da campione qual è. Campione di coerenza, correttezza e sportività.

Infatti è anti-sporivo dire "non possiamo andare a fare figuracce".

Non esistono figuracce nello sport, se non nella testa di chi ignora cosa lo sport sia.

La vera figuraccia l'ha fatta Falcone. Perché è davvero sconcertante che questo, uno dei primi concetti che si spiegano ai bambini durante i primi allenamenti, sfugga a delle persone adulte deputate a prendere decisioni per la nazionale di Judo, uno degli sport più educativi del mondo. Chissà Jigorō Kanō cosa penserebbe di questo modo di ragionare.

13 agosto 2015

Paninioteca "Snack al check" a Tai di Cadore - il racconto di una cliente

Con l'autorizzazione di Cristina, partecipante al gruppo Facebook "Perle onnivore", riporto il suo post di poche ore fa che parla della sua esperienza in una paninioteca che, nei commenti successivi, rivela essere "Snack al check" a Tai di Cadore (al Bivio per andare a Cortina).

Buona lettura
(la censura è mia).

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Arrivo a mangiare in una paninoteca e trovo queste 2 perle...



Quando arriva la cameriera chiedo se posso fare una correzione e gentilmente le faccio notare che i vegetariani NON mangiano tonno e acciughe ! La st[CENSURA] mi risponde che non le interessa, io continuo a darle le motivazioni e lei fa sempre sì con la testa e gira la mano come dire "si si, ancora... " . Per rispetto della mia famiglia non mi sono alzata ed andata via. Ma avessi potuto le avrei sputato in un occhio, come minimo.

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Fra i commenti, quello di Giulia, che ha scritto:

"Scrivi il nome e dove cosi su TripAdvisor la sputtaniamo!"

Poi durante la discussione Cristina ha specificato che la cameriera di cui aveva parlato era la proprietaria.

E Francescaha commentato:

"La cameriera era la proprietaria? Bene...mi unisco a Giulia... Recensione negativa su TripAdvisor, ignorante e maleducata!"

Ancora non mi capacito di come i gestori delle varie aziende, specialmente quelle di ristorazione e turismo, agiscano come se Internet e i motori di ricerca non esistessero... Mah.

03 agosto 2015

Assoluzione per i 6 ragazzi accusati di stupro: un commento fuori dal coro

Il mio amico Nicholas D. Wolfwood ha scritto su Facebook un post che mi sarebbe dispiaciuto veder sprofondare nell'oblìo. Così, col suo permesso, ho deciso di farne un articolo.

Nicholas questo ha scritto dopo aver letto la sentenza di assoluzione per i 6 ragazzi che nel 2008 furono querelati per stupro nei pressi della Fortezza da Basso a Firenze, disponibile a questa pagina.

Buona lettura.

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A distanza di qualche giorno dal gran lupanare scatenato dalla vicenda "ragazza stuprata alla Fortezza Da Basso, tutti assolti ZOMG" direi che magari è l'ora di sentire una voce fuori dal coro. La mia, certamente, perché do per scontato che sia autorevole e singolare. Vai con il papiro.

1)

La verità storica e quella accertata giudizialmente abitano a due portoni diversi, non si conoscono e se anche si incontrano per caso si ignorano. Cosa vuol dire? Che tutti quelli che entrano nelle aule di un tribunale hanno i loro interessi e a questi interessi si adatta la versione dei fatti fornita. I ragazzi nella loro prospettiva avevano interesse a non finire in galera (per qualcosa che non hanno commesso) la ragazza nella sua prospettiva a far andare in galera gli autori di un orribile crimine (commesso). Chi ha ragione? I ragazzi o la ragazza? Non lo sapremo mai perché gli unici che c'erano e lo sanno davvero vi diranno giurando sulle loro madri che le cose sono andate DAVVERO come dicono loro! La sentenza invece dice solo chi ha giocato meglio in aula, dove ognuno porta la sua versione dello stesso fatto, e in base a cosa dici e come lo dici il giudice decide chi ha torto e chi ragione, un giudice non sta dicendo chi ha detto la verità e chi no.

2)

A cavallo tra merito e metodo: la ragazza ha fornito 965456789 versioni diverse degli eventi che si sono verificati, in aula si applica il principio dell' "oltre ragionevole dubbio" in base al quale se residua il dubbio sul modo di essere dei fatti l'imputato va assolto(non è proprio così, ma almeno è masticabile), quindi se la ragazza ha detto (tra le altre) che c'erano Tizio Caio Sempronio Mevio Livio e Mino, ma le celle telefoniche dimostrano che Mevio non c'era ma anzi smessaggiava da casa, evidentemente qualcosa non va. Se poi ci aggiungi che ha omesso molti altri fatti occorsi nella sera che hanno riscontri incontrovertibili, evidentemente la versione della ragazza non è solo lacunosa, ma sovrabbondante di 'menzogne'. Le incongruenze sono state elencate e smontate una per una. Voi che siete giudici (se gridate allo scandalo in qualche modo siete giudici) avreste condannato il gruppo sulla base di una storia che non sta in piedi? Stiamo parlando di gente che ha una vita.

3)

Sempre a metà strada tra merito e metodo: le motivazioni della sentenza sono disponibili online, certo 21 pagine di roba, che palle eh? Ma se vi volete battere i pugni in petto dovrete prendervi la briga di farlo con un minimo di cognizione di causa. Pesa il culo? Allora sarà il caso di tenere la bocca chiusa e risparmiarsi brutte figure.
5)Hanno giudicato la sua vita. Sì, perché se qualcuno mi infila il cazzo in bocca e a me la cosa non sta bene glielo stacco con un morso. Cosa che lei non ha fatto. Anzi, uscita dal bagno dove ha concesso il proprio cavo orale ad uno del team è rimasta in compagnia del gruppo al completo. E cosa mi posso aspettare da un gruppo di persone dove c'è chi mi vuole infilare il cazzo in bocca? Era in condizione di inferiorità psicologica? Non direi, subito dopo le hanno offerto aiuto, e lei ha risposto in modo provocante "non ti preoccupare, è colpa mia che sono passata da lesbica ad etero". Nel giudicare l'attendibilità delle diverse versioni dei fatti, c'è da considerare che a raccontarle è una tizia che prima regala pompini poi rimane in compagnia degli stessi tizi che le hanno fatto l'esofagogastroduodenoscopia con l'uccello e alla fine dice di essere stata stuprata. La fellatio ha avuto luogo contro la sua volontà? Ok, te ne allontani appena ti viene offerto aiuto, non resti lì, lo sai già che tira una brutta aria.

4)

I ragazzi evidentemente non sono dei santi e andrebbero caldati bene bene, dargliene tante che a tirar fuori il pisello dalle mutande devono avere non poche remore. Sfortunatamente, lo sapete, l'Italia non è un paese all'avanguardia quindi mancano istituti giuridici che impongono alle persone di raccogliere un consenso valido prima di compiere qualsiasi atto di natura sessuale. In alcuni paesi se sei ubriaco o fatto marcio c'è la presunzione che il consenso non sia validamente prestato quindi è stupro, fine. Il gruppo si è palesemente approfittato della forza del numero e della debolezza della ragazza, ma non credo sia giusto parlare di stupro, quantomeno non alla luce di quello che è emerso durante le indagini. Lesioni ricollegabili in modo inequivocabile alla violenza sessuale non ce n'erano e delle litrate di sperma che la ragazza dice di aver visto piovere nell'abitatolo dell'auto non c'era traccia.
Più facile che abbia voluto provare il brivido di qualcosa di diverso e pur essendosene pentita non lo abbia manifestato con la dovuta convinzione.

5)

Leggendo la sentenza emerge chiaramente che nessuna delle parti ha detto tutta la verità ma tant'è, stando a quello che emerge dagli atti non si può non assolvere, vedete voi che 'stupratori assolti, la rabbia della vittima' vende molte più copie di 'stupro alla fortezza, ricostruzione incerta, imputati assolti in appello' vende molto, molto, molto di più, perché gli italiani in fronte hanno vene piccole che si tappano subito con nulla, solo che invece di sbattersi un minimo per saperne un po' di più ci uniamo al coro BEEEE BEEEEE BEEEEEEHEEEEEE BEHEHEEEEEE perché quello che è successo non lo sappiamo e l'unico lusso che ci possiamo permettere è il dubbio.
Ma veramente sei arrivato fino in fondo? Be' ora ci sono 21 pagine di sentenza da leggere, vai, divertiti.