10 giugno 2014

"Piuttosto che" non significa "o". Significa "anziché" !!!

Esiste "piuttosto". Esiste "invece". Esistono "o" e "oppure". Parole comuni, conosciute da tutti gli italiani. E tutti gli italiani sanno bene quale fra queste espressioni usare a seconda di ciò che vogliono esprimere.
Lo stesso valeva, fino un po' di anni fa, per la parola "piuttosto", eventualmente preceduta da "che" come nei casi di cui parlo in questo articolo, il cui significato equivale a "invece".

Ma adesso, per motivi non chiari, l'espressione "piuttosto che" viene usata impropriamente. E cioè come se fosse un sinonimo di "o".

Evitiamo di dire che questo uso sia "non proprio esatto". È un grosso strafalcione.

Non c'è NESSUN motivo per attribuire a "piuttosto che" quella nuova accezione. Ogni volta che lo sento fare ho voglia di mangiare il mio ultimo frullato dei miei frutti preferiti con l'aggiunta di troppi sonniferi.

Si tratta di evoluzione della lingua? NO.
Non rappresenta una "evoluzione", ma un danno alla nostra lingua accettare come corretta tale accezione piuttosto che squalificarla. Infatti:

- non è giustificato da nessuna velocizzazione dell'eloquio, ma motivato solo dall'imitazione di qualche matto che ha preso questa malsana abitudine

- il contesto non è sempre sufficiente a scegliere fra l'accezione corretta e quella "moderna", e può dar adito ad equivoci in precedenza inesistenti, come spiegato alla fine di questo articolo del sito dell'Accademia della Crusca e come si può facilmente capire leggendo la frase che ho scritto sopra in verde. In quella frase prova a intendere "piuttosto che" come "oppure" e ti renderai conto di come viene stravolto il suo significato.

L'abitudine di dire "piuttosto che" intendendo "oppure" è iniziata nel nord Italia si è poi diffusa al centro e al sud, lasciando fortunatamente per lo più immune la Toscana. Una così rapida diffusione, specialmente in direzione sud, difficilmente si sarebbe verificata per "contagio linguistico". Il motivo della diffusione è invece la volontà di imitare il linguaggio degli altri credendolo più colto... peccato sia tutto il contrario. Non sei più elegante. Sei un somaro travestito da capra. Come quelli che reggendo il calice con champagne tengono il mignolo in fuori.

Queste precisazioni andrebbero condivise su FB, altro che le perlucce di saggezzuccia spicciola che lasciano il tempo che trovano.

Consiglio anche la lettura dell'articolo del sito ilpost.it La battaglia contro il “piuttosto che”,
dove viene presentato il libro di Andrea  Benedetti "La situazione è grammatica".



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