30 ottobre 2012

Il rave party a Cusago e le botte della polizia

Dal messaggio di una ragazza inviato al gruppo Facebook "Catena Umana Attorno Al Parlamento Italiano":

Ciò che ci è successo sabato scorso è inaccettabile ed inumano.. Sono andata a Cusago in provincia di Milano ad un rave party, parcheggiata la macchina ci siamo avviati verso il capannone, c'era gente che urlava e sanguinava, il capannone era completamente pieno di gas lacrimogeni.. non riuscivi a respirarci..
Ad un certo punto mi sono trovata delle squadre antisommossa.. hanno iniziato a caricare tutti senza pietà, da li è stato una vera e propria guerriglia, ci caricavano e ci lanciavano lacrimogeni e noi cercavamo di difenderci lanciandogli sassi e bottiglie.
Molta gente mi ha poi raccontato che stavano ballando tranquillamente quando sono entrati nel capannone i celerini e hanno iniziato a menar tutti senza motivo... Gli organizzatori della festa avevano fatto precedentemente un'accordo con le forze dell'ordine che la festa poteva continuare fino alla domenica mattina... l'accordo non è stato rispettato [...] molti ragazzi gravi all'ospedale tra cui una ragazza in coma..
[...] i media hanno distorto tutte le informazioni tenendo nascosto le botte che ci hanno dato e soprattutto dicendo che la ragazza è in coma perché è caduta... non perché gli hanno "manganellato" la testa...
Volevo solo informarvi di tutto ciò.. è uno schifo.. ripeto, uno schifo.. è democrazia questa?
Valentina

Del fatto raccontato da Valentina parla, ad esempio questo articolo di Fanpage.it. Riporto di seguito alcuni commenti o parti di commenti a tale articolo:

Anonimo:
Perché non parlate anche della ragazza in coma per commozione celebrale? (manganellate in testa?)
Perché non parlate della ragazza presa a calci a terra dai poliziotti? 
Perché non parlate del Cane ucciso a manganellate?
[Nota: su sua richiesta, ho reso anonimo questo utente, che ha anche cancellato il suo commento dalla pagina dell'articolo; mi ha scritto: "...
a seguito di quell' episodio, due amici che erano presenti sono stati chiamati dalla polizia per essere interrogati; la polizia li aveva trovati scandagliando il web, sono risaliti a loro da un'intervista... non voglio che la polizia giunga a me o mi schedi come partecipante di quel rave (peraltro neanche ero presente)"]

io ke mi trovavo lì ho visto sbirri manganellare donne e ragazze pure dei bambini hanno rischiato... questo i giornali nn lo scrivono.... neanke ke gli sbirri trascinavano le ragazze x i capelli x terra... [...] sono entrati e per primi hanno alzato i manganelli arrivando pure di sprovvista e da dietro.... e hanno usato una cattiveria unica ammazzando anke cani...

nessuno ha iniziato a tirare niente contro i poliziotti, questo è quello che scrivono i giornalisti, anzi il proprietario non voleva sporgere denuncia e l'hanno costretto a farlo e grazie a questo i poliziotti sono intervenuti, ma senza provocazioni da parte dei raver.

Caduta ? già diceva così anche mia zia ogni volta che lo zio la riempiva di botte

Da un post inviato sulla pagina Facebook HAZARD UNITZ, appartenente agli organizzatori del rave:

Iniziamo a farvi un piccolo report [...]:

Ore 11: Entriamo e creiamo una TAZ, ci posizioniamo in fondo al capannone a 500 metri dalla strada sul retro, dove c’e uno spazio largo 60 m e lungo 700 m dove poter parcheggiare [...] Il posto si trova completamente isolato, lontano da abitazioni e dalla strada non si sentiva nulla Ore 13: Una pattuglia di vigilantes chiama la polizia.

Ore 14:00: Si presenta la digos di Milano, accompagnata dalla celere. Prendiamo accordi con un funzionario che, comunicando col questore, ci da l’ok per far proseguire il party fino a domenica (c’e stato spiegato dopo che il proprietario non voleva sporgere denuncia). La polizia decide che per mantenere l'ordine pubblico fa parcheggiare tutte le macchine in strada, quando sapevano benissimo che era la cosa più sbagliata da fare.

Ore 19: La festa continua la sua crescita, la gente entra a piedi, tutto regolare. Il proprietario dello stabile viene minacciato dal comune che se non sporgerà denuncia nei nostri confronti verrà denunciato lui stesso, perché senza di essa, la polizia non avrebbe potuto intervenire per buttarci fuori, tutto questo a nostra insaputa.

Ore 21: La denuncia parte dalla proprietario. Si presenta di nuovo la celere all'interno della struttura, con aria minacciosa, mentre nell'area esterna viene bloccata tutta l’area dalla polizia; il questore ci minaccia che se non spegniamo entro 10 minuti sarebbero intervenuti, e noi gli abbiamo spiegato gli accordi che avevamo preso in precedenza, che erano diversi, che ormai ci sono 2mila persone, che è calato il buio, ed era meglio aspettare l’alba per poter evitare di creare disordini, anche perché se in partenza l’avessimo saputo già dal primo accordo con la Digos, che comunicava col questore, ci saremmo organizzati in un modo diverso.

Ore 22: Spegnamo la musica cercando sempre di prendere accordi, ma tutto negativo, una folla di 1500 persone inizia a fare cori e urlare , cerchiamo di riaccendere la musica a volume ridotto per calmare le acque, ma avremo spento da li a poco. La polizia irrompe dentro il capannone, ci spegne l’impianto, chi chiude nel retro del sound, e inizia a manganellare qualsiasi cosa trovano davanti, ragazze, ragazzi, cani, persone indifese e anche i ragazzi che avevano la bancarella di crépes davanti al sound, usando pure lacrimogeni, nel mentre ci spaccano tutte le luci sull'americana, cercano di bucarci i coni delle casse con i manganelli, arrivano alla consolle dove c’erano i piatti e mixer ma non fanno in tempo a toccarlo perché vengono messi in salvo da noi, ma riescono a rubare un Macbook di uno di noi senza che nessuno se ne accorgesse,ecc, ecc In tutto questo frangente si accende una miccia che scatena l’inferno e si crea guerriglia tra persone e polizia dentro il capannone.

Ore 22:30: Ci fanno smontare l’impianto e ci lasciano li, nel mentre all'esterno si crea una vera propria guerriglia urbana in mezzo alla strada, e qua non conosciamo che è successo perché non c’eravamo.

Ore 00:00: Usciamo in blocco dal posto e la polizia crea un muro, e ci ferma all'uscita tenendoci un'ora lì fermi in strada, decide di scortarci in una questura li vicina, senza farci comunicare dove eravamo, e ci sequestra tutto l’impianto, anche a noleggio, denunciandoci. Intanto in strada si riversano migliaia e migliaia di persone in giro a piedi. Dopo svariate ore torniamo a casa.

***

[...] NON STAVAMO CREANDO NESSUN TIPO DI PROBLEMA, ERAVAMO DISTANTI DALLA STRADA, NON SI SENTIVA NEMMENO LA MUSICA, LE PERSONE ERANO TRANQUILLE E SI STAVA CREANDO UN ATMOSFERA MOLTO POSITIVA. HANNO DECISO DI FAR STARE TUTTI IN STRADA CON LE MACCHINE PER CREARE SCOMPIGLIO ED AVERE UN MOTIVO PER ENTRARE. UNA VOLTA ENTRATI, HANNO USATO PURA VIOLENZA E PURA BASTARDAGGINE PER FARCI ANDARE VIA, UCCIDENDO BRUTALMENTE UN CANE E FERENDO BRUTALMENTE ALTRE PERSONE; CON QUESTO HANNO CREATO UN SACCO DI DISORDINI E DISAGI SULLA STATALE PER TUTTA LA NOTTE BLOCCANDOLA. I GIORNALISTI DANNO LA COLPA A NOI DI TUTTO L’ACCADUTO DESCRIVENDOCI COME DEI CRIMINALI. [...] DEGLI AGENTI SONO STATI FERITI, MA NON PARLANO DI COSA HANNO FATTO VERAMENTE PRIMA PER ESSERE STATI FERITI. ABBIAMO VISTO UNA RAGAZZINA PRESA PER I CAPELLI, FATTA STRISCIARE A TERRA E PRESA A CALCI, CI HAN RACCONTATO DI GENTE CHIUSA IN UN ANGOLO E PRESA A MANGANELLATE.. DA PARTE NOSTRA ABBIAMO FATTO QUELLO CHE POTEVAMO E CHE RITENEVAMO PIÙ GIUSTO, ANCHE PERCHÉ CI ERA STATO DATO L’OK NEL POMERIGGIO DI POTER FARE LA FESTA DA DEI FUNZIONARI DI POLIZIA!! [...] ABBIAMO AVUTO UNA STIMA DEI DANNI MOLTO ALTA TRA SEQUESTRO, DENUNCIA, MATERIALE ROTTO, ECC.. ORA CERCHEREMO DI RECUPERARE LE NOSTRE ATTREZZATURE AL PIÙ PRESTO E FAREMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE. NOI CHIEDIAMO SOLO IL VOSTRO SUPPORTO, CHE NON VENGA NASCOSTO NULLA DI QUELLO CHE E ACCADUTO. I MEDIA HANNO MASCHERATO LE NOTIZIE E NON DICONO LA VERITÀ [...] NON STAVAMO FACENDO MALE A NESSUNO , NÉ INCITANDO A FARLO. VOLEVAMO SOLO FESTEGGIARE TUTTI FELICEMENTE I NOSTRI 10 ANNI DI CREW E POI RIPULIRE TUTTA L’AREA E ANDARE TUTTI A CASA CONTENTI [...]

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