19 settembre 2012

Gli onnivori bucolici

di Aida Vittoria Eltanin

Ieri sera ho conosciuto un "onnivoro bucolico" di quelli che reputo i più difficili da far passare a un'alimentazione vegana. Sono quelli cresciuti con i nonni che avevano le stalle dove passavano bellissime serate d'inverno, con le mucche che facevano da termosifoni. Sono quelli che da piccoli bevevano il latte fresco della mucca appena munto dal nonno, ma non vedevano mai i vitellini maschi a cui quel latte era rubato. Sono quelli che aiutavano a portar da mangiare ai maiali ed era un divertimento quel momento per loro, perchè potevano rubacchiare qualche patata o due, non vedevano la sofferenza dell'animale rinchiuso all'ingrasso e al buio. Sono quelli che associano la parola "latte/formaggio/pancetta" all'amore per i loro nonni o parenti che facevano quello di mestiere o alle sagre del loro paese, a momenti di festa...

Ieri sera ho capito che per loro, smettere di mangiare prodotti animali è come tradire le loro radici, il loro passato, i loro antenati... E quindi non c'è nessun ragionamento (salutistico, etico ecc.) che tenga. Non cambieranno (mai) finchè non ammetteranno che quel passato bucolico che è nella loro mente è un'immagine falsificata della realtà...

Per loro l'animale da fattoria non è l'animale vero e proprio, con le sue sofferenze atroci e il suo amore per i cuccioli e la sua voglia di libertà e di vita, ma un'idea bucolica e "romanticizzata" (si dice così?) del loro passato.
E a quella sono legati.
Ammettere le torture e le sofferenze degli animali vorrebbe dire ammettere che i loro amorevoli nonni/nonne erano persone con poca sensibilità o consapevolezza, che vivevano grazie allo sfruttamento altrui e che uccidevano e schiavizzavano senza problemi degli innocenti....

Non un' ammissione da tutti.... purtroppo.


15 settembre 2012

Business su Facebook: paura dei commenti scomodi?

Qualche giorno fa sono stato bloccato su FB da una persona in seguito a un commento che ho scritto sotto una pubblicità di un prodotto a cui era affiliata. Ha detto che è arrabbiata e che teme che a causa del mio commento forse ha perso qualche cliente. Da qui l'ispirazione per questo articolo.
Se nel tuo negozio un avventore ti fa domanda scomoda o una critica, non puoi accusarlo del fatto che forse ti sta facendo perdere i clienti che potrebbero sentire la vostra conversazione. Semplicemente valuta se le sue parole, direttamente o no, ti stanno suggerendo un miglioramento per il futuro. Se sì, segui questo suggerimento. Se no, spiega perché non sei d'accordo e fallo in modo che anche chi ascolta la vostra conversazione possa capire che hai ragione.

Chiaramente se l'avventore è troppo invadente puoi sempre scacciarlo dal negozio. Traslando il discorso su Facebook, puoi rispondere ai suoi commenti, o cancellarli o, se è recidivo e troppo inopportuno, bloccare quell'utente. In ogni caso, quando inizi un business devi mettere in conto che episodi del genere possono capitare e, in particolare, devi mettere in conto che ricevere commenti su un tuo post di Facebook è del tutto normale, siano questi commenti positivi, commenti negativi o domande scomode. Se ti arrabbi per paura di aver perso clienti a causa di un commento significa che pretendi troppo dallo strumento che stai usando. Facebook è considerato dalla maggior parte della gente un ambiente di svago, e stare su Facebook un momento di svago. Non è un ambiente online nato per pubblcizzare i proprio prodotti (vendere ai propri amici.. ma che business è? Semmai chi ha cliccato "mi piace" su una pagina fan potrebbe essere considerato un potenziale cliente..).

Inoltre Facebook non è una chiesa nel giorno di un matrimonio dove la frase "parli ora o taccia per sempre" è una pura formalità.

Non puoi pretendere che una persona, all'interno di un ambiente di svago, nelle sue ore di svago, limiti il proprio comportamento per il fatto che tu consideri FB non un mezzo non di svago, ma di business. Se sei cliente di un pub, sei lì per rilassarti e divertirti, e nel tuo svagarti e divertirti rientra anche la possibilità di essere spontanei e dire all'amico che hai di fronte "secondo me questo piano-barista stona un po' troppo" oppure "questo panino non mi è piaciuto" senza stare attento che in quel momento non passi di lì il gestore che, sentendoti, decida di licenziare il piano-barista o il cuoco.

Poi è possibile che il piano-barista ti abbia chiesto il favore di portare amici e di applaudire fingendoti contento e il cuoco si scusi dall'inizio perché non aveva quell'ingrediente che ti piace, ed è possibile che per una sera si possa fare un favore a chi lavora facendo finta di. Ma questo è un di più. Frenare la propria spontaneità per aiutarti è un favore che puoi chiedere e che qualcuno può farti. Però un favore non può essere obbligatorio, non è normale arrabbiarsi se non viene concesso (il che non era la fattispecie nell'episodio che ho accennato, peccato che l'interlocutrice nella foga della discussione non se ne sia resa conto) e soprattutto non può essere elemento chiave di un business.

14 settembre 2012

Facebook e ridondanza

Ho inviato un consiglio allo staff di Facebook. Mi daranno retta? Boh.
Affinché sia messa a verbale una mia opinione su una importante miglioria salva-tempo, incollo di seguito:

Ciao.
Invio un suggerimento attuando il quale gli utenti Facebook risparmieranno molto tempo e avranno un'esperienza di navigazione più piacevole.
Molti link e immagini che vedo nel mio notiziario sono ridondanti: un'immagine o un link li vedo oggi perché inviate dal mio amico X, vedo la stessa immagine o lo stesso link domani perché li invierà un altro amico Y, etc.
Suggerisco una funzione che mi faccia visualizzare un dato link o una data foto UNA SOLA VOLTA. Dopo di che, se un mio amico pubblica lo stesso link o immagine, questi non devono più comparire sulla mia bacheca.
Nota: in base alla funzione che sto suggerendo di creare, l'elemento si può ripetere nella mia home, ma solo se io non l'ho visualizzato (Facebook sa quando una notizia, pur essendo stata pubblicata sulla mia home, non è stata da me visualizzata perché non ho fatto abbastanza scrolling).

Ciao e buon lavoro!

Marco

Aggiornamento: quando poco tempo dopo lo staff di FB ha esplicitamente chiesto un feedback e consigli sul miglioramento del sito, ho colto l'occasione per ribadire questo consiglio.

Aggiornamento:

Evviva, MI HANNO DATO RETTA !!!
(Lo so, forse non hanno letto il mio messaggio e ci hanno pensato da sé, ma a me piace pensare che è merito mio... e ho il diritto di pensarlo, perché mi hanno chiesto un parere e io ho risposto)
Adesso l'utente Facebook sulla bacheca vede un singolo post del tipo "Tizio e Caio hanno condiviso un link", se Tizio e Caio sono suoi amici o pagine a cui ha dato il like, e se hanno effettuato la condivisione a poca distanza di tempo (quanto non lo so).

05 settembre 2012

Regalare libri a una biblioteca potrebbe equivalere a buttarli via

Non sai cosa fare dei tuoi libri e li butteresti via volentieri? Regalali a una biblioteca: sono obbligati per legge ad accettarli.

Giusto?

...Uhm...

 Ecco cos'ho letto in una mailing list:

"Dalle info che ho letto per un concorso tanti anni fa non mi sembra così Per una biblioteca pubblica un libro è un costo (occupa parte dello spazio limitato che hanno) e periodicamente ne buttano via per lasciare spazio a quelli nuovi (se ti fai amico un biliotecario potresti avere dei buoni libri specialistici...per le materie umanistiche te li tirano segretamente dietro)...probabilmente il mio libro finirebbe al macero in breve tempo..."

Qui un articolo su un signore giapponese che nel 2010 ha digitalizzato i libri di casa sua per poi mandarli al macero per evitare che diventassero pericolosi in caso di terremoto (l'anno dopo il terremoto c'è stato e morti a causa dei libri cadenti ce ne sono stati) e ha anche fondato un'azienda sull'onda di questa idea.