14 dicembre 2011

La CEPU di Firenze mi ri-ri-ripropone il corso per mediatore civile


CEPU Firenze, leggi attentamente qui sotto e, forte delle tue tecniche di apprendimento, cerca di memorizzare almeno il succo.

Ho ricevuto una telefonata da una vostra impiegata che mi ha proposto un corso per mediatore civile.

Già mesi fa sono stato contattato due volte da voi. Le conversazioni, riassumendo e schematizzando, sono andate così:

- Lei ha compilato il nostro modulo online per avere informazioni. Fissiamo un colloquio?
- Voglio conoscere prima di tutto i prezzi, perché se non rientrano nel mio budget so già che è inutile fare il viaggio fino a Firenze
- Non ce li ho sotto mano.. ehm.. posso sentire..
- Bene, allora chieda e mi richiami.
[il giorno dopo]
- Allora, è interessato?
- Allora cosa? Ho spiegato alla sua collega che non rischio di venire a Firenze inutilmente e che una prima scrematura voglio farla per telefono sapendo i prezzi, altrimenti non sono interessato, e ho capito dalla voce della sua collega che più che non averli sotto mano non me li voleva dire, quindi non sono disposto a venire a sentire la vostra proposta.
- Ok, allora arrivederci

Poche ore fa sono stato ricontattato nuovamente da una vostra impiegata. E ritonfa:

- Ho spiegato alla vostra impiegata che sono già stato contattato mesi fa, che mi rendo conto che c'è la regola markettara di parlare di soldi solo dal vivo, ma non per questo faccio un viaggio per venire a un colloquio se prima non mi vengono detti i prezzi per telefono.
- Mi ha risposto che non li sa neanche lei, "perché" ci sono diverse formule.
- Le ho risposto che nulla vieta alla Cepu di fare una pagina internet con queste formule e di inviarmi il link (in realtà lo vieta il fatto che con questa procedura si acchiappa di meno, ma non è colpa mia se con me la "tecnica del prezzo solo dal vivo" in questo caso ha l'effetto opposto).

...E l'impiegata ha pensato bene di concludere con la più classica e stupida delle deduzioni: la peperina ha detto che questo significa che non sono interessato a un corso per mediatore civile.

Non è che non sono interessato a un corso di mediatore civile.
E' che non sono interessato a perdere i mio tempo con voi.

Allora perché vi scrivo un'e-mail così lunga?
Scrivo un'e-mail così lunga Perché non sarà solo un'e-mail...
...Ma anche un articolo per i lettori del mio blog, che immagino mediamente molto più recettivi di voi...

Orsù, smettetela di fingere di non capire e cancellate ogni mio dato da ogni vostro archivio.


Marco Malatesta


Aggiornamento:

Risposta della CEPU Firenze:
Precisazione: dalla sede di Firenze non la sta contattando proprio nessuno
la prego di controllare il numero dal quale riceve le chiamate.


Risposta mia:
Ragà, organizzatevi.  Poco importa se il vostro call center è a Firenze o a Catanzaro... Il servizio per far comparire il numero sul display del telefono fisso ha un costo, e io non voglio spendere per il fatto che non comunichiate fra voi...
La persona che ha letto la mia e-mail non è la diretta interessata?
Riferisca a chi di dovere. A Firenze sono stato invitato ad andare, e  alla sede di Firenze ho scritto.. mi pare plausibile.

Su Facebook mi scrive Daniela, che viola il CEPU-Segreto:
per un corso di un messe, 1 ora.giornaliera 4.400 euro pagabile in 3 anni

Risposta mia:
Noooooo!!! Non lo volevo sapere via chat, ma VIA TELEFONO!!!!

:-D

09 dicembre 2011

L'origine del rifiuto dell'intimità sessuale: la paura che possa piacere

Se qualcuno mi tocca il gomito senza che io ne abbia una gran voglia, non mi metto a piangere, né la ritengo una grande offesa.
Se non ho voglia di un massaggio ai piedi, ma qualcuno me lo fa, comunque non posso dire che si tratti di una cosa spiacevole.

E quando si tratta di fare sesso senza averne voglia?

Com'è noto, in questo caso la questione cambia, e cambia in maniera differente fra maschio e femmina (umani).

L'attività sessuale, di per sé fisicamente piacevole, può essere a livello mentale spiacevole, e la spiacevolezza mentale può eliminare quella fisica, in particolare per una donna, che rispetto all'uomo in media è più "severa" nella sua selettività. Nel senso che, se per qualche motivo a un uomo è richiesto di fare sesso con una donna che non gli piace per nulla, magari potrà provare un senso di disgusto e successivamente raccontare la vicenda agli amici e farsi due risate su quanto faceva schifo quella donna, mentre una donna che si trova in una situazione analoga la considera come tutt'altro che da ridere (la cosa si ribalta quando si tratta di scambiarsi anche solo un bacio sulla bocca fra persone dello stesso sesso eterosessuali: di solito la donna potrà avvertire un certo disagio, ma molto meno di un uomo, che considera baciare un altro uomo qualcosa di estremamente schifoso e in più degradante per la propria reputazione e la propria identità).

Ecco che ai miei occhi scende in secondo piano la spiegazione della selettività sulla base dell'inconscia volontà di migliorare la specie ("per avere figli dai maschi migliori occorre non occupare per 9 mesi la pancia a causa di inseminazioni da parte dei peggiori"), mentre acquista credibilità la spiegazione basata sulla volontà, più o meno conscia, di coerenza e di stare al riparo dal giudizio da parte di sé e degli altri.

La tesi della selettività per migliorare la specie infatti è quanto meno debole e insufficiente: esistono casi in cui una donna rifiuta un uomo oggi sostenendo in buona fede che mai si unirebbe a lui per niente al mondo, per poi cambiare idea fra 6 mesi e fidanzarcisi nonostante lui abbia lo stesso carattere, lo stesso comportamento e lo stesso fisico. Non si può quindi dire che la scelta dipenda da fattori ancestrali che le hanno consentito inconsciamente di scegliere l'uomo giusto da cui avere figli più forti, perché se così fosse allora l'avrebbe scelto anche durante il primo approccio.

La verità è che, salvo antipatie e altri specifici motivi di repulsione, rifiutare il contatto fisico più o meno intimo con un maschio corrisponde per una donna a un'auto-censura: rifiuta da un amico una carezza, un massaggio, il tenersi per mano, etc per un motivo simile a quello per il quale un suo fidanzato sarebbe altrimenti geloso. E cioè rifiuta questi contatti perché ha paura che le possa piacere, quando dal punto di vista razionale e culturale manca l'"autorizzazione" affinché lei possa cercare o trarre piacere da questo uomo.
Quindi il disagio che una donna sostiene proverebbe a fare sesso con un uomo "magari bello, ma che non le interessa" è un disagio auto-imposto: per obbedire a un retaggio sociale senza sentirsi da questo soggiogata, deve trovare il modo di sentirsi a disagio, sentirsi incoerente nei confronti di regole limitanti provenienti da altre persone, o inventate di sana pianta, o già esistenti in lei, ma di cui ingrandisce l'importanza enormemente, trasformando un'esperienza "carina, ma che non è il massimo" in un'esperienza estremamente spiacevole. Perché se così non facesse, si ritroverebbe ad essere aperta ai propri desideri completamente e ad avere la tendenza a conoscere sensorialmente una grande quantità di uomini, quindi statisticamente ad avere rapporti sessuali con molti di loro, cosa socialmente non accettata. Sarebbe quindi costretta ad auto-censurarsi non più inconsicamente, ma coscientemente, a "resistere alle tentazioni", il che sarebbe molto più faticoso e stressante.

05 dicembre 2011

Una persona fredda...

Freddezza: l'accusa che una persona arrabbiata rivolge ad un interlocutore per invidia della sua serenità e frustrazione di non riuscire a irritarlo.

- Mi sembra che tu ti arrabbi un po' troppo facilmente quando ti si contraddice.

- Tu invece non ti arrabbi e rimani impassibile, freddo. La freddezza è ancora peggio di urlare [= peggio per chi? Naturalmente per me che sono invidioso].

- E invece come dovrei essere?

- Non dovresti essere freddo.

- Però "non freddo" non è una gran bella spiegazione. Sai dirmi come secondo te devo essere invece di dire come dovrei smettere di essere? Esempio: se io ti dico che secondo me non dovresti essere irascibile, sono in grado di dirti come dovresti invece essere, e cioè calmo, paziente, sereno. Ma dopo che tu mi hai detto che non devo avere questa misteriosa freddezza, com'è che invece dovrei essere di preciso per farti contento? Mi devo mettere a urlare? Piangere? Battere i piedi per terra?

La parola "freddezza" e derivati, quando usati per indicare il comportamento, sono parole usate per dare una descrizione soggettiva, proprio come il freddo inteso dal punto di vista fisico: si dice che un oggetto è freddo quando la persona che lo tocca sente una sensazione di freddo, perché abbiamo una mano molto più calda.
Allo stesso modo, una persona che ne descrive un'altra come "fredda", sta parlando solo di sé stessa e della sensazione che prova rapportandovisi. E il giudizio varia in relazione a quanto il giudicante è... caldo.

24 novembre 2011

Esosi e vigliacchi al telefono: come reagire

Capita che alzi la cornetta, dici "Pronto", e ti risponde una voce sconosciuta che dice tipo "Con chi parlo?"

Possibili reazioni:

La persona fantozziano-remissiva risponde alla domanda identificandosi. Dice cognome, nome, e poi magari aspetta per sapere se tale cognome e tale nome sono di gradimento dell'interlocutore.

La persona diplomatica ma che ha a cuore i propri diritti si illude di educare per telefono una persona sconosciuta con le buone maniere: cerca di spiegare che deve identificarsi per primo chi ha effettuato la chiamata, non chi la riceve. E così facendo ottiene che il chiamante gli riattacca in faccia.

La persona che ha capito come funziona il giochino, che non vuole beccarsi una cornetta in faccia da un imbecille e che sa trattarlo come merita, si comporta così:
  • all'esosa domanda "Con chi parlo?" risponde tipo "Con uno più educato di te", o "Con uno che quando chiama si presenta per primo" e riattacca immediatamente, oppure riattacca senza dire nulla;
  • alle eventuali chiamate che riceve nei pochi secondi successivi alza la cornetta e riattacca immediatamente.
Consiglio vivamente a tutti di adottare quest'ultimo approccio e di diffondere questo consiglio. Una volta che sarà conosciuto abbastanza e messo in pratica da un numero sufficiente di persone, i chiamatori maleducati e vigliacchi forse cambieranno registro.

23 novembre 2011

Come fare il testamento biologico oggi in Italia

Attingendo alle informazioni che Maria Laura Cattinari, presidentessa dell'Associazione Libera Uscita, ha dato l'altro ieri a Modena in occasione dell'incontro "Il rispetto della persona e il suo diritto all'autodeterminazione", chiarisco alcuni aspetti riguardanti la possibilità che gli italiani hanno di far valere le proprie disposizioni sul fine vita secondo la legislazione ad oggi in vigore.
  • Non esiste un vuoto normativo nel nostro ordinamento per quanto concerne il diritto all'autodeterminazione. Come ha ricordato spesso il Prof. Stefano Rodotà, esistono gli articolo 2,3,13,32 della Costituzione, ed esiste la Sentenza 438 del Dic. 2008 della Corte Costituzionale in cui si dice che il diritto all'autodeterminazione "è un diritto fondamentale della Persona"; esistono varie sentenze della Cassazione tra cui quella sul caso Englaro, da cui si deduce il riconoscimento della validità delle dichiarazioni precedentemente espresse ed in cui, come noto, i cosiddetti NIA (nutrizione, idratazione artificiali) vengono riconosciuti per quello che sono, cioè delle terapie a tutti gli effetti che come tali esigono il consenso dell'interessato per poter essere avviati.
  • Ciò che  manca è il regolamento secondo il quale poter esercitare questo nostro diritto. Per questo si voleva una Legge sul Testamento Biologico, una legge che fissasse le regole più semplici e meno onerose per il singolo e la collettività a garanzia del rispetto della volontà della Persona ed anche a tutela dei medici che quella volontà intendano rispettare.
  • Nell'assenza di una legge specifica  sul Testamento Biologico ed in presenza al contrario di un vero e proprio attacco al nostro diritto all'autodeterminazione attraverso il Ddl Calabrò, giustamente ribattezzato "Bagnasco-Calabrò", la società civile si è mobilitata rivolgendosi all'Istituzione più vicina ai cittadini, cioè al Comune che non solo ha competenze in materia sanitaria ma è anche delegato dallo Stato a fornire servizi ai cittadini. Così si è giunti all'istituzione dei Registri Comunali dei Testamenti Biologici. (a Modena funziona dal Giugno del 2010 ed è il Registro che, in Italia, ha totalizzato il maggior numero di depositi, circa 170. Possono sembrare pochi ma non lo sono...) Il deposito del proprio Testamento Biologico presso il Registro Comunale dà certezza di data e firma alle nostre volontà anticipate sulle cure. Ed è il caso di ricordare  che l'attuale Codice deontologico dei medici (nella sua ultima revisione del Dic. 2006)  all'art. 38 "Autonomia del cittadino e direttive anticipate"  dice, tra l'altro: "il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà, deve tenere in conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato", con ciò assumendo quanto previsto dall'art.9 della Convenzione di Oviedo.
  • ...Quindi attualmente noi possiamo esercitare il nostro diritto all’autodeterminazione terapeutica anche oggi per domani, in caso di incapacità di intendere e di volere o di incapacità a comunicare, stendendo le nostre DAV (dichiarazioni anticipate di volontà)   e depositandole presso il Registro comunale dei Testamenti Biologici. Figura chiave è e sarà il nostro Fiduciario da noi nominato quale garante del rispetto delle nostre volontà. Questi dovrà rapportarsi coi medici, chiedere l’inserimento in cartella clinica delle nostre DAV e, qualora trovasse una sostanziale indisponibilità a seguire le direttive precedentemente formulate, potrà far ricorso al Giudice Tutelare per chiedere, sulla base del Testamento Biologico prodotto, di essere nominato Amministratore di  Sostegno della Persona in stato in incapacità di intendere e di volere e di essere autorizzato dal Giudice a negare il consenso alle terapie dal suo amministrato rifiutate, conformemente alla Legge Cendon del 2004. Nulla vieta al Fiduciario di far presente al  medico la sua intenzione di inviare un esposto all’Ordine dei Medici o addirittura di procedere ad una denuncia presso il Procuratore delle Repubblica esponendo i fatti (si potrebbe ravvisare il reato di violenza privata).
Tutto questo ad oggi. Se invece dovesse (speriamo di no) diventare legge il liberticida, incostituzionale e crudele Ddl “Bagnasco-Calabrò”, allora il nostro diritto all’autodeterminazione, che la Consulta ha riconosciuto quale diritto fondamentale della Persona, verrebbe completamente annullato e non solo per quanto riguarda il fine vita ma, in certa misura, anche per quanto concerne il Consenso Informato della persona competente. In  questo secondo disgraziato scenario gli strumenti nelle nostre mani non potrebbero che essere due: ricorsi alla Corte Costituzionale e/o referendum abrogativo.

COMUNI ITALIANI CHE HANNO IL REGISTRO PER IL TESTAMENTO BIOLOGICO


Alla pagina dell'Associazione Libera Uscita


sono indicati tutti comuni italiani in cui è stato istituito un registro per il testamento biologico.

10 novembre 2011

Prestare soldi agli amici


Ho sentito dire spesso che prestare soldi agli amici non è una buona idea. Ho sentito questo concetto espresso in varie forme:

Se hai un credito di denaro con un tuo amico, puoi scegliere se perdere i soldi oppure perdere l'amico

Se un amico ti chiede una somma di denaro in prestito, non prestargliela, ma regalagli la metà

o più semplicemente

E' meglio non prestare soldi agli amici.

Io non sono mai stato d'accordo con la diffusa convinzione o luogo comune secondo cui se presti del denaro a un amico, non lo avrai mai indietro.

Da quando ero adolescente ho sempre prestato soldi agli amici che ne avevano bisogno, e gli amici me li hanno sempre restituiti appena è stato loro ragionevolmente possibile.

A un mio amico che risiede a Londra, qualche mese fa ho suggerito una strada per smettere di fumare: andare al seminario di Easyway, la compagnia fondata dal famoso Allen Carr che ha sedi in tutto il mondo, Londra compresa. Il seminario costava 220 sterline, cifra di cui non disponeva. Così gliel'ho pagato io. Ha smesso di fumare, e pochi giorni fa, in occasione di un suo viaggio in Italia, ha potuto saldare il suo debito grazie ai soldi risparmiati e non dati al tabaccaio.

L'anno scorso ho prestato circa 9.000 euro a suo fratello: voleva iscriversi a un'università negli USA; per farlo doveva dimostrare di avere nel conto corrente circa 16.000 euro e doveva tenerli lì per alcuni mesi, ma lui e la sua famiglia disponevano di una cifra ben minore. Gli ho fatto un bonifico e alcuni mesi dopo ho riavuto indietro l'intera somma.

Poche settimane dopo, parlando con una mia amica, ho scoperto che era stata inserita nella lista dei cattivi pagatori e che per essere cancellata dalla lista e per mantenere una riduzione del suo debito, che da 7.500 euro era stato stornato a 4.500, avrebbe dovuto pagare tale cifra entro pochi giorni. Allora, per farle risparmiare 2.000 euro e evitarle la permanenza nella lista nera, le ho prestato 4.500 euro, che in parte già mi ha restituito; sta adesso man mano risparmiando un po' del suo magrissimo stipendio per potermi restituire il resto.

Qualcuno potrebbe essere reticente a raccontare episodi del genere per paura di passare da spaccone che si vanta del bene che fa... ma per passare da spaccone bisogna raccontare di aver fatto un grande sacrificio o una grande prodezza. Mentre invece io non ho fatto nulla del genere. Il beneficio per le persone a cui ho prestato il mio denaro è stato enorme, ma la mia fatica è stata nulla, dunque cos'ho fatto di speciale? Niente. Anzi, ci ho guadagnato il piacere di aver aiutato qualcuno a costo zero. Il fatto è che io detesto le persone che non danno un aiuto anche quando a loro non costa nulla, specialmente se per il destinatario di quell'aiuto, fra riceverlo e non riceverlo c'è un'enorme differenza.

Ovviamente bisogna evitare di prestare importanti cifre di denaro a persone che FORSE sono amici e FORSE no. Ma io non mi sto riferendo a queste. Io sto parlando di amici. E se una persona ha la possibilità di renderti del denaro che le hai prestato e non lo fa, non può trattarsi di un amico. Può semmai trattarsi di una persona che CREDEVI un amico.

Se capisci che una persona che credevi amica non vuole restituirti dei soldi che le hai prestato, allora significa che per te sono stati soldi ben "spesi". Perché eri talmente miope da non saper riconoscere un amico da una persona che fingeva di esserlo. Allora, per l'importanza che do io all'amicizia e per l'importanza che do al saper riconoscere un amico da un falso amico, la cifra che hai "speso" valeva fino all'ultimo centesimo l'uscita di questa persona dalla tua vita, che altrimenti ti saresti portato dietro come falsa amica chissà per quanto tempo.

Analogamente si può ragionare non solo per i soldi prestati, ma per i favori fatti e la spesa di tempo ed energie.

Comunque sia, visto che non si può al 100% escludere di sbagliarsi (e questa è una supposizione ben diversa dal luogo comune sulla sicurezza o grande probabilità di rimanere fregati), sperando di non offendere la persona che reputiamo amica e a cui si sta per prestare del denaro, possiamo sempre farle firmare un foglio con fotocopia della sua carta d'identità e con un testo del genere:

Io sottoscritto [...], nato il [...] a [...], residente in [...], dichiaro che in data [...] ho ricevuto in prestito [...] euro da [...], nato il [...] a [...], al quale mi impegno a restituire entro [...] da oggi  tale somma di denaro; lo farò, come da accordi, a mezzo assegno o bonifico bancario, affinché la restituzione possa essere provata e documentata, quindi mai e per nessun motivo in contanti.


03 novembre 2011

Sesso con minorenni e disinformazione legislativa


Ogni tanto, quando si tratta di apprezzare la bellezza di una ragazza che non ha ancora compiuto i 18 anni, sento battute del tipo:

"Occhio alla galera... non è ancora maggiorenne!"

"Non fare il pedofilo... è minorenne!"
"E' stra-bona, ma bisogna aspettare ancora qualche mese per scoparla... fa 18 anni fra qualche mese, se no rischi la denuncia..."
"Non la guardare così... vuoi che ti arrestino?"

Questa disinformazione sulla galera in caso di sesso con minorenni quanto andrà avanti?
Riporto ciò che uno dei miei avvocati mi ha riferito sperando di fare un po' di chiarezza sulla legislazione italiana in materia...

Esiste un reato detto "Atti sessuali con minorenni", così nominato impropriamente; infatti

SCOPARE MINORENNI NON E' REATO IN GENERALE

..ma solo in alcuni casi.

Se non ti fidi puoi sempre leggerti il Codice Penale, Art. 609 quater - Atti sessuali con minorenne.

La legge italiana prevede quanto segue...

Violenza sessuale (quindi ai danni di una persona non consenziente)

a) Se la violenza è compiuta su persona maggiorenne, costituisce reato perseguibile a querela

b) Se la persona violentata è minorenne e chi commette violenza è maggiorenne, ciò rappresenta un'aggravante e il reato è perseguito d'ufficio.

c) Altre aggravanti:
- la persona violentata non ha compiuto 14 anni
- la persona violentata non ha compiuto 10 anni (aggravante ancora maggiore)
- la persona violentata non ha compiuto 16 anni e chi commette violenza ne è ascendente (es. genitore, zio, nonno) oppure tutore
- la violenza è stata commessa con uso di armi, droghe o altre sostanze gravemente lesive della salute della persona offesa
- chi compie violenza nel farlo si è finto un incaricato di pubblico servizio

d) È ugualmente punibile chi, anche senza violenza, ottiene un rapporto sessuale mediante abuso della inferiorità psichica della vittima o traendola in inganno.

Nota: se il genitore/tutore della persona minorenne che ha subito violenza non sporge denuncia pur non conoscendo il fatto, è perseguito per omessa vigilanza.

Sesso consenziente

Salvo dove diversamente specificato, i reati descritti di seguito sono perseguibili a querela.

e) Avere un rapporto sessuale con una persona maggiorenne e consenziente è legale, tranne che si ottenga il suo consenso abusando delle sue condizioni di inferiorità psichica, o abusando della propria autorità, o con minaccia, o fingendosi un'altra persona, nei quali casi sono previste le stesse pene che per la violenza sessuale.

f) Un maggiorenne commette un reato grave quanto la violenza sessuale se compie atti sessuali con una persona, anche consenziente, che:
- non ha compiuto 14 anni, ed è un'aggravante il fatto che non abbia compiuto i 10 anni; in quest'ultimo caso il reato è perseguito d'ufficio
- non ha compiuto 16 anni mentre chi commette l'abuso è suo ascendente o tutore o convivente o ha nei suoi confronti un ruolo di custode, educatore, insegnante; anche in questo caso il reato è perseguito d'ufficio.

g) Fra i 13 e i 14 anni (escluso il giorno del 14° compleanno) il consenso al rapporto sessuale non è considerato pienamente valido, ma non c'è punizione se la differenza di età fra i soggetti non supera i 3 anni.

h) Chiunque fa sesso con una persona che non ha compiuto 13 anni commette reato ed è punibile d'ufficio con le stesse pene previste per la violenza sessuale. In caso di rapporto sessuale consenziente fra due persone entrambe minori di 13 anni, entrambe commettono reato e sono perseguibili i genitori/tutori per omessa vigilanza.

24 ottobre 2011

NOInet: internet veloce, economico e... nostro!

NOInet è una cooperativa di consumo che ha creato un progetto per una rete internet di proprietà degli utenti, a basso costo ed alta velocità: il risparmio rispetto ai costi attuali sarà del 50% o più, e la velocità sarà 8/11 mega sia in download che in upload. Ciò sarà reso possibile dalla struttura con rete a maglia wi-fi, detta anche rete MESH, dove ogni postazione Internet è un nodo che riceve e ritrasmette il segnale. Per manifestare il tuo interesse ai gestori di NOInet e rimanere aggiornato sull’espansione di questa rete, vai sul sito www.noinet.eu e segui le istruzioni.
  

Il “sistema distribuito” di NOInet è come una grande rete intranet, grazie alla quale il proprio modem o router non si deve collegare al provider per comunicare con il vicino di casa via e-mail, chat o telefono, poiché esisterà un collegamento diretto, senza intermediari, con chi farà parte della rete.

Occorrerà un unico collegamento a Internet, che verrà condiviso fra tutti gli utenti. A differenza di ciò che accade per le connessioni condivise, dove ogni utente collegato toglie banda e quindi velocità agli altri, nel caso di NOInet ognuni utente riceverà e amplificherà il segnale, potendo interloquire direttamente con ogni partecipante alla rete. Si tratterà In pratica di una rete ad alta velocità con costi di traffico contenutissimi, e si pagherà solo quando si richiede l’accesso ad internet.

La rete avrà un grande potere contrattuale, perché avrà luogo uno scenario diverso da quello che da sempre conosciamo, dove l’utente soggiace alle condizioni imposte da un potente gestore. L’acquirente della banda sarà rappresentato dai gestori di NOInet, che riuscirà ad ottenere condizioni di gran lunga migliori.

Gli utenti di NOInet, nelle zone coperte dal servizio potranno collegarsi col loro computer o smartphone e le telefonate potranno essere fatte tramite Voip.

Il progetto si sviluppa con reti locali. Una volta diffuso, il sistema permetterà il collegamento delle varie reti locali e l’uso di un unico account permetterà l’accesso anche a una rete locale diversa con lo stesso abbonamento.

Le antenne sono piccole (meno vistose delle parabole), facili da installare e ognuna con un impatto ambientale ridottissimo (20-30 mW, mentre un cellulare va dai 500 ai 1600 mW). Per installarle non sono necessari permessi, ma solo la comunicazione al condominio.

Per aderire a NOInet per attivare il servizio l’utente versa una tantum 200 euro, che potrà riavere indietro se un giorno vorrà uscire dalla cooperativa; la quota mensile, di circa 20 euro, per un 10% potrà essere pagata in buoni ŠCEC dagli associati Arcipelago ŠCEC e potrà essere ridotta per le organizzazioni (aziende, associazioni, etc) a scopi sociali e organizzazioni che richiedono un certo numero di abbonamenti, secondo una politica che premia chi crea molti nodi, essendo questi utili all'espansione della rete.

20 ottobre 2011

Chi più spende meno spende? Non sempre... Viva le riparazioni e l'usato

Su eBay acquistato mic USB Blue Yeti d'occasionciona. Un grazie a Piernicola per il suggerimento e tanti accidenti ai doganieri per il dazio di 15 euro, che sommato ai costi di spedizione dagli USA (45 euro!!) hanno superato il prezzo dell'articolo.

Questo vuol dire forse che, come si dice spesso, "La roba conviene comprarla nuova, ché ciai anche la garanzia" ?

No! Io ho comunque risparmiato circa 54 euro, stando all'inserzione su eBay dello stesso articolo nuovo con minore prezzo + spese di spedizione (con "hanno superato il prezzo dell'articolo" mi riferivo all'articolo usato che ho comprato)

La gente che preferisce comprare i prodotti nuovi e spendere di più secondo me spesso non lo fa con cognizione di causa.

La storia della garanzia? Nella mia esperienza non vale la pena spendere molto di più per avere la garanzia, perché il risparmio verosimilmente corrisponde al prezzo della riparazione, che la maggior parte delle volte non è necessaria (è molto probabile che l'articolo non si guasti).

E in più da dopo la riparazione c'è automaticamente una garanzia aggiuntiva di 6 mesi.

Tempo fa ho portato a riparare la fotocamera di mio fratello Gold... il malfunzionamento è dovuto a una caduta in acqua, e questo purtroppo faceva decadere la garanzia (quando ha aperto la confezione non era affatto unta né scottante, quindi non può neanche dire per colpa del produttore gli è caduta in acqua). Il preventivo per la riparazione è di 67 euro, mi pare di ricordare. Io accetterei. La fotocamera 2 anni fa è costata 160 euro. Io accetterei. Per 67 euro fanno tornare come nuova una fotocamera e in più danno questa menata di garanzia per 6 mesi... (come nuova, sì, e può fidarsi di ciò visto che il proprietario era lui e non l'ha sbattuta a terra né l'ha usata decine di migliaia di volte...).

A che scopo comprarne una nuova equivalente spendendo circa 140 euro (cifra che suppongo tenendo conto dell'abbassamento dei prezzi in un anno per un oggetto tecnologico del genere) ?
Se dovessi io spendere 140 euro farei riparare la fotocamera e ne comprerei un'altra di pari livello usata come scorta!

...E naturalmente bisogna ricordarsi del PREZZO ECOLOGICO che deriva dall'acquistare un prodotto nuovo, che equivale al prezzo ecologico che deriva dal far produrre e trasportare un oggetto analogo.

15 ottobre 2011

Come scaricare libri da Google Books (o "Google Libri)

Scrivo questa guida con informazioni prelevate da questo post di Navigaweb.net.

Esiste un comodo programma per Windows e Mac: Google Books Downloader.

Occhio alla versione per Windws: quando lo installi, se scegli l'installazione "full", birichinamente viene installato anche Arccosine, e così la pagina di partenza di tutti i browser sarà www.arccosine.com!
Per evitare che questo accada, scegli l'installazione "custom" e togli la spunta da "Install Arccosine".

Per Mac esiste anche Google Book Downloader (con "Book" al singolare, senza "s"), ugualmente funzionale.

Vecchio sistema per Windows (usato quando ancora non esisteva Google Book Downloader per Windows)

Software occorrente:

- Internet browser Firefox
- plugin per Firefox GreaseMonkey
- plugin per Firefox FlashGot
- IrfanView, programma per rinominare in massa i file

Installati tutti questi software, procedi come segue.

  • Usando Firefox, vai alla pagina di GoogleBooks del libro che ti interessa
  • Clicca in alto a sinistra su "Download this book"
  • Dai menù a tendina, scegli da quale pagina a quale pagina vuoi scaricare e clicca su "Get download links"
  • Seleziona tutti i link comparsi
  • Clicca su uno di essi e, dal menù a tendina, scegli "Scarica la selezione con FlashGot". Così FlashGot scaricherà sul tuo HD tutte le pagine selezionate, sottoforma di file immagine che però non avranno estensione e saranno dunque da rinominare in JPG.
  • Apri IrfanView
  • Clicca su File - Barch Conversion/Rename...
  • Nella finestra appena aperta, in alto a destra scegli "batch rename"
  • A sinistra, scegli la cartella in cui hai scaricato i file da GoogleBooks e più in basso clicca su "Add all"
  • Nella sezione "Batch rename settings" scrivi il "name pattern" che vuoi; ad esempio semplicemente aggiungi al nome pre-impostato l'estensione JPG, ottenendo dunque la scritta image###.jpg (puoi sostituire a "image" il nome del libro, mentre il numero di "#" corrisponde al numero di cifre usate per dare ai file un numero progressivo, ovvero 001, 002... 125... Quindi se il numero di pagine del libro è minore di 100 puoi anche usare due soli diesis, se è minore di 10 puoi usare anche un solo diesis)
  • Nella sezione "Output directory for result files" scegli la cartella di destinazione dei nuovi file; cliccando su "Use current ('look in') directory" i file verranno salvati nella stessa cartella dei file originari
  • In basso clicca su "Start Batch"
Avrai così tutte le pagine del libro in una cartella di Windows in formato JPG.

26 settembre 2011

Se lo spammer addirittura mette i destinatari in chiaro


Se ricevi una fastidiosa e-mail pubblicitaria non autorizzata e noti che è stata mandata a molti altri indirizzi e-mail, e che la tua e-mail è visualizzabile da tutti gli altri, allora lo spammer ha commesso ben due illeciti:
  • senza tua autorizzazione ha inviato pubblicità non autorizzata al tuo indirizzo e-mail;
  • senza autorizzazione ha diffuso il tuo indirizzo e-mail ad altre persone.
Ciò che potresti fare in questo caso è inviare una risposta a tutti i destinatari cliccando su "rispondi a tutti" (o comando simile) con un testo di questo tipo:


Come vedete quest'utente ha illecitamente ha fornito a ogni destinatario l'indirizzo e-mail di tutti gli altri.
Mi raccomando NON fate acquisti presso gli spammer, perché significherebbe premiare un comportamento scorretto e dannoso.

Se ritenete che lo spammer abbia sede in Italia vi consiglio di leggere l'articolo a pag

ed eventualmente avviarvi al ricorso al Garante per la Privacy.

24 settembre 2011

"È arrabbiato, non far caso a quello che dice..."

A volte si sente dire frasi accomodanti del tipo "Non farci caso se ha detto così... era arrabbiato, e quando si è arrabbiati si dice tante cose che non si pensano".

Macché.

Molto più vicino alla verità è l'esatto contrario. È più probabile che una persona quando è calma reprima una serie di impulsi ed eviti di esprimere delle opinioni, mentre quando "scoppia" se ne frega dei filtri ed ecco che viene fuori la verità su ciò che pensa.

Magari la persona esagera i concetti e li ingrandisce, ma il succo è quello.

Quindi ti consiglio di prestare MOLTA ATTENZIONE e di tenere in GRANDE CONSIDERAZIONE ciò che uno dice quando è arrabbiato e anche di tenere in considerazione qual è stato l'evento scatenante della sua "esplosione", perché da questi elementi si può capire molto di ciò che la persona ha nella testa in quel momento e più in generale si può capire molto su come gestisce a livello interiore questioni come quella di cui sta parlando.

Attenzione: non sto affermando che quando uno è arrabbiato dice la verità.
Può anche dichiarare cose non vere. Può motivare la propria rabbia in un modo quando la causa vera è un'altra.
Sta di fatto che quando uno è arrabbiato può esporre aspetti importanti di ciò che ha dentro, e agli occhi di un buon osservatore rivelare anche quello che non vorrebbe. Ad esempio può esporre il modo in cui distorce la realtà. E il fatto che quella realtà sia rappresentata dalle sue parole come distorta non significa che si tratti di parole poco importanti. Tutt'altro.

Quindi "non farci caso, è arrabbiato" dovrebbe cambiare in

"stai molto attento a quello che sta dicendo, adesso che è arrabbiato"

23 settembre 2011

L'educazione dei figli al disagio

Nella cultura occidentale moderna sono diffuse varie convinzioni su cosa sia bene e cosa sia male per una persona, in particolare per i bambini.

Si propongono al bambino alimenti salati, ed ecco che il bambino cresce con la preferenza di cibi a cui è stato aggiunto sale. E se vede una persona cucinare certi cibi senza sale, non pensa "è cresciuto con altre abitudini", ma pensa "questo è matto".

Si offrono al bambino cibi e bevande spazzatura con l'intento di farlo contento, senza rendersi conto che se non avesse mai conosciuto l'esistenza di tali schifezze la sua felicità non sarebbe per nulla minore rispetto a un bambino a cui si offre della buonissima frutta e centrifugati e spremute, e senza rendersi conto che in futuro rinunciare ai cibi spazzatura potrà costituire un sacrificio.

Si insegna al bambino che la separazione dei genitori è un trauma, ed ecco che quando i genitori si separano il bimbo si sente in "dovere" di sentirsi male (a volte ci riesce, a volte no). Ha bisogno di molto coraggio o esasperazione per esprimere un concetto considerato dalla società quasi sacrilego, tipo dire "In effetti è meglio così".

Si insegna al bambino e soprattutto alla bambina che sesso e sessualità sono argomenti scottanti che bisogna conoscere solo da una certa età in poi (prima servono solo a creare parolacce), che sono soggetti a delle regole etiche non rispettando le quali una persona è da considerarsi spregevole, ed ecco che il bambino, e soprattutto la bambina, crescono percependo come normale il fatto che la sessualità sia una sorta di lotta fra maschio e femmina fatta di ricatti, sotterfugi, messaggi cifrati, all'insegna dell'inibizione e spesso della frustrazione.

Si insegna al bambino che in amore la gelosia è normale e non si può chiamare "egoismo", ed ecco che il bambino diventa un uomo egoista senza sapere di essere egoista, cioè geloso e convinto che sia giusto esserlo.

Si insegna al bambino che la morte di una persona è un trauma per i suoi parenti, ed ecco che quando muore un parente il bambino si sente in dovere di sentirsi a disagio; a volte ci riesce, a volte no, e a volte quando non ci riesce si sente in colpa.

Dimenticando la strisciante violenza con cui il loro cervello è stato plasmato, molti adulti sono convinti che pensare in un certo modo sia ovvio.
Se si spiega loro che in altre culture non è così ovvio, rispondono che ok, il loro modo di pensare è quello ed è dovuto all'educazione, che però ormai è saldamente radicata e non possono più modificare. E aggiungono che la mentalità più adatta alla società in cui vivono è appunto la mentalità che lì viene insegnata.

Ma... la mentalità collettiva è il risultato della somma della mentalità di ogni singola persona.

Com'è possibile cambiarla?

Per le persone che credono di poter cambiare, un primo passo da fare è mettere in dubbio le proprie convinzioni e valutare i vantaggi e gli svantaggi che portano.

Per le persone che non credono di poter cambiare (in realtà si tratta di un problema di pigrizia e di paura), almeno evitare di insegnar cazzate ai propri figli. Documentarsi è molto meglio che andare a caso e fotocopiare la propria cultura su di loro...

22 settembre 2011

Animal Sanctuary

Gli Animal Sanctuary sono riserve per animali che non rientrano nella categoria degli animali protetti.

Si tratta di animali che purtroppo sono per la maggior parte schiavizzati e uccisi dall'uomo... il cosiddetto "bestiame": buoi e mucche, capre, pecore, cavalli, maiali, asini, polli, tacchini...

Qualche giorno fa mi è stato chiesto cosa si dovrebbe fare di tutti questi animali: se smettiamo di sfruttarli cesserebbero gli allevamenti, quindi... in quale ambiente metterli? In un ambiente organizzato e gestito comunque dall'uomo o liberi nei boschi e in campagna? Rischierebbero l'estinzione? Oppure, al contrario, si riprodurrebbero a dismisura, raggiungendo le coltivazioni e danneggiandole, o addirittura invadendo i centri abitati?

So rispondere solo parzialmente a queste domande.
Una risposta sono appunto le aree il cui nome, tradotto letteralmente dall'inglese, è "santuari animali", che suona appropriato se si pensa che sono un po' l'opposto rispetto all'inferno che le povere bestiole vivono da prigionieri e costretti a lavorare, stare rinchiusi, produrre latte sotto stimolazione ormonale a costo di contrarre dolorose mastiti, mangiare cibo inappropriato e prepararsi a trasporti con modalità inumane per essere ammazzati.

In italia abbiamo la Fattoria della Pace IPPOASI, a Marina di Pisa.

Nel resto del mondo ci sono altri luoghi simili, elencati a questa pagina di wikipedia.

Un esempio è Edgar's mission, il cui sito Internet è pieno di bellissimi filmati di animali felici.

Quando alle conseguenze del lasciar liberi gli animali nelle aree verdi che abbiamo a disposizione, forse solo una prova potrebbe dare la risposta alle altre domande. Basterebbe iniziare da una provincia, vedere cosa accade (estinsione? Invasione?) e regolarsi di conseguenza.

Sta di fatto che così come stanno le cose oggi non va bene, per niente bene.

Grazie a Stefania per l'importante contributo a questo articolo.

15 settembre 2011

Scarpe scollate o scucite? Vai dal calzolaio!

Le scarpe ti si sono scollate o scucite, e se non fosse per questo tipo di problema sarebbero ancora delle buone scarpe da indossare? Anziché sostituirle con un altro paio, VAI DAL CALZOLAIO! Tre i motivi...
  1. l'impatto ambientale della riparazione di una scarpa è mooolto minore rispetto a quello necessario per produrla, confezionarla e trasportarla
  2. quando un calzolaio ripara una scollatura e una cucitura, la tenuta di quella zona è migliore rispetto a quando la scarpa era nuova: quindi, a meno che la scarpa non abbia altri problemi, non ha senso dire "mi conviene ricomprarla", NEANCHE SE LA RIPARAZIONE COSTA PIU' DELLE SCARPE STESSE
  3. far riparare le scarpe costa mooolto meno tempo che cercare un altro paio di scarpe che ti piacciano e che ti calzino bene, magari dovendo girare più di un negozio
  4. se eviti di ricomprare le scarpe ti risparmi il probabile fastidio del periodo iniziale di adattamento ai piedi
  5. di solito far riparare le scarpe costa mooolto meno denaro che ricomprarle nuove
Se porti una scarpa dal calzolaio ti consiglio di portare anche l'altra e per chiedergli di rinforzarla nelle stesse zone per prevenire lo stesso tipo di problema, a cui ovviamente con grande probabilità è anch'essa soggetta. In questo modo risparmierai tempo e probabilmente anche denaro rispetto a due riparazioni in due momenti diversi.
Tutto quello che ho appena detto, tranne l'ultimo punto, vale anche per le ciabatte.

Io ad esempio sono appena tornato dal calzolaio a cui avevo chiesto di riparare una ciabatta e, con l'occasione, rinforzare l'altra. Ho speso 5 euro, circa lo stesso prezzo delle ciabatte stesse. E, per i motivi su spiegati, credo siano stati 5 euro spesi bene.

10 settembre 2011

Se risiedi all'estero puoi non pagare multe italiane - il moralismo del Tg2

Ieri al Tg2 (programma televisivo al quale ho assistito involontariamente) hanno dato un servizio di Elisabetta Novel che conferma ciò che da un po' ho cercato di spiegare ad alcuni couchsurfer stranieri che sono stati ospiti a casa mia. Chissà se vederlo avrebbe acquietato il loro scetticismo.

Aggiornamento: Avevo caricato su YouTube ed embeddato il video qui sotto, ma YouTube l'ha bloccato in tutto il mondo per violazione dei diritti segnalata dalla Rai. Rai che, nel suo sito, non rende disponibile il servizo stesso. Quindi chissà che danno economico ha pensato di prevenire con questa segnalazione. Bah, vorrà dire che mi limiterò a trascrivere quanto detto dalla giornalista:

Negli ultimi 4 anni, 360mila contravvenzioni rilevate agli stranieri in 350 comuni sono state evase, per un totale di 60 milioni di euro. Altro che orecchie da mercante. Eppure il verbale viene tradotto nella lingua del destinatario e inoltrato a casa sua per posta, con una spesa da parte dei comuni di 25 euro a multa. Ma quasi sempre, indietro non torna nulla. Provate a fare altrettanto in alcunio paesi stranieri che in materia hanno regole ben più severe, e vedrete se potete farla franca. Gli svizzeri accedono direttamente alla nostra banca dati [Eeeh? Che banca dati? Ok, accedono e che fanno di preciso? Boh], i francesi sono inflessibili con gli autovelox [Che c'entra?!], e gli americani ti fermano alla dogana. Ma quando vengono in Italia, sette stranieri su dieci, la multa proprio non la pagano. Una società incaricata della riscossione ha stilato una classifica dei furbetti. In testa, gli spagnoli: l'80% strappa il verbale e lo butta. Polacchi, portoghesi e romeni sono quasi a pari merito, ma chi mai avrebbe sospettato di tedeschi e svizzeri?

Ma ancor più tristemente interessante ho trovato le parole iniziali del servizio, che ho deciso di lasciare per ultime, come chicca finale. Si tratta di uno stupido, stupidissimo suggerimento che la giornalista dà agli italiani, che sottintende che pagare le multe sia un dovere morale e che la non efficienza della riscossione sia colpa del multato straniero e non dell'italiano riscossore. Ecco la perla:

Prossima volta che all'estero vi faranno intendere che gli italiani sono furbetti, rispondete secchi: "E voi cominciate a pagarci le multe"

Certo, rispondete secchi. Nel senso del secchio, da mettersi in testa per la vergogna, perché dicendo una cosa del genere un italiano non smette di apparire furbetto, ma in compenso aggiunge di apparire totalmente fuori di capo.

26 agosto 2011

VAIOSI, un disturbo linguistico toscano

Chi abita in Toscana sa che esiste un numero non esiguo di toscani che, alla fine delle conversazioni con gli interlocutori a cui danno del tu*, sono abituati a pronunciare la parola "vai", dando a questa parola non il significato di ordine o invito ad "andare", ma un altro significato che può essere:
  • Abbiamo preso un accordo sul da farsi, quindi possiamo chiudere la conversazione.
  • Ecco, ho fatto la cosa che dovevo fare.
  • Dai, fallo.
Alcuni esempi, rispettivamente:

- Allora ci vediamo alle 10 a casa mia.
- Vai. Ciao

- Potresti portarmi un succo d'arancia?
- [consegnando il bicchiere] Vai.

- Posso dire una cosa?
- Vai.

Trovo che l'espressione "vai" usata in queste accezioni sia adatta solo fra persone molto in confidenza fra loro (il che non è diretta conseguenza del fatto che ci si sta dando del tu), altrimenti la ritengo segno di poca cortesia.

Questa parola, quando usata in una di queste accezioni porta con sé una sfumatura di "urgente allontanamento", cioè denota il desiderio di evidenziare che la conversazione è chiusa e che l'interlocutore deve in qualche modo allontanarsi ed eseguire quanto gli è stato detto.

Quindi dire "vai" al posto di "ok, d'accordo" a una persona con cui non si è in confidenza è scortese quant'è vero che è scortese dire alla stessa persona "Visto che ci siamo capiti adesso su, bando alle ciance e agisci come da accordi".

Inoltre, confidenza o no, buon gusto o non buon gusto, mi pare che le persone abituate a dire "vai" frequentemente abbiano altrettanto spesso proprio il desiderio più o meno conscio di "togliersi di mezzo" l'interlocutore, per sentirsi al sicuro.

In casi estremi addirittura arrivano a dire "vai" indipendentemente da come è andata la conversazione, immancabilmente, prima di salutare.
 
*Aggiornamento 2023: C'è chi dice "vai" anche alle persone a cui dà del lei. È parecchio seria la situazione.

Se conosci una persona affetta da vaiosi e vuoi aiutarla a perdere l’abitudine di “scappare dagli altri” per abitudine, consigliale di auto-imporsi di non usare mai la parola “vai” tranne che nei casi in cui il normale linguaggio italiano lo prevede. Dopo uno o due giorni che si sarà presa l’impegno di fare questo esercizio (che non è detto sia facile) forse ti dirà che nel dialogo con gli altri ha provato sensazioni migliori.

08 agosto 2011

Mestieri mitizzati

di Stefano Crispino

E' molto interessante notare che le descrizioni dei lavori che vengono date non corrispondono affatto alla pratica reale svolta in queste professioni. Ad esempio: chiunque sia stato a contatto con un pompiere o abbia fatto anche solo un po' di addestramento sa che il compito di ogni squadra è quello di evitare qualunque rischio, e che c'è ben poco di eroico nella pratica. Anzi, gli addestratori si dilungano nello spiegare che nel mestiere meno eroismo c'è e meglio è. O come chi frequenta le sale registrazioni sa bene che sono pochissimi gli "artisti" sensibili...
In realtà in tutte le professioni descritte c'è ben poco di quello 'slancio vitale' che il romanticismo odierno attribuisce loro: si tratta più che altro di mestieri nei quali prevale la preparazione assidua e meticolosa, spesso noiosa perché quotidiana e ripetitiva, ma che di tanto in tanto produce degli exploit che agli occhi di un profano sembrano prodigiosi, ed a cui viene attribuito uno status elevato.
Risulta che non è la professione in sé ad essere attraente, lo è piuttosto l'immagine sociale che essa garantisce.
Questa altro non è che un insieme di memi controllato dalle gerarchie sociali e dai media. Non è infatti un caso che metà dei lavori descritti siano quelli di dipendenti statali (poliziotti, militari, pompieri, medici) e l'altra metà siano quelli di dipendenti delle industrie dell'intrattenimento: cantanti, attori, stuntman, atleti professionisti.
E' un semplice riflesso dei meccanismi di controllo sociale attuati sulle nostre percezioni: ogni società che difende le proprie gerarchie lo fa manipolando l'esposizione e l'attribuzione di valore dei ruoli chiave dei suoi dipendenti.
Per contro, se fosse veramente la creatività alla base dell'attrattività, un dottore di ricerca in matematica figurerebbe al primo posto. E' la riprova che nessuno di questi lavori fa presa su meccanismi di seduzione innati ma semplicemente sui valori che la società ha condizionato gli altri ad attribuire (cfr. ad esempio il valore creato artificialmente da programmi televisivi quali 'The beauty and the geek'...)

22 luglio 2011

Non comprare animali

Campagna di Agireora Network: se vuoi un cucciolo, vai dove i cuccioli hanno bisogno di te. Tanti cani e gatti sono in attesa di un padrone, vivono in cattive condizioni igieniche e di salute.


Per ogni cucciolo comprato, ne muore uno abbandonato.
Non comprare animali e non farne nascere. Adottali dai rifugi, salverai loro la vita!

Se vuoi prendere parte attivamente a questa campagna distribuendo questo volantino, vai alla pagina


e ordinalo oppure scaricalo e stampalo!


E' disponibile anche il manifesto 70x100 cm, che puoi richiedere via mail all'indirizzo info@agireoraedizioni.org e che ti verrà mandato gratuitamente nel numero di copie richieste.
L'affissione comunale nella tua città è invece a carico di ciascun volontario; qui le istruzioni su come fare.


Otturazioni con amalgami al mercurio - riferimenti e consigli

Qualcuno ancora continua a dire che non ci sono studi scientifici per affermare la nocività degli amalgami al mercurio usati per le otturazioni. Lo affermano purtroppo vari dentisti e lo sostiene l'ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani).

Chiunque metta in dubbio la pericolosità delle otturazioni con amalgami (ovvero tutte quelle di colore scuro) evidentemente è in malafede oppure non si è mai interessato veramente all'argomento.
Se vuoi della documentazione a riguardo puoi chiedere all'ottimo dott. Miclavez, che si occupa dell'argomento da molti anni. Il suo sito è


Inoltre, vedi alla fine di questo post.

Come sapere se le tue otturazioni dentarie sono fatte con amalgami, e quindi contengono mercurio?

E' sufficiente osservarle: se sono scure, si tratta di otturazioni di quel tipo. Che vanno assolutamente tolte e sostituite con otturazioni bianche.


Cosa fare se hai uno o più amalgami in bocca ?

ATTENZIONE: non scegliere un dentista a caso. Devi assicurarti che il dentista che ti toglierà l'amalgamo lo faccia in protocollo protetto, altrimenti la rimozione crea più danni che tenersi l'otturazione.

Il protocollo protetto prevede l'uso di
·  diga, per evitare che frammenti di otturazione vengano a contatto con il cavo orale e/o ingoiati
· un potente aspiratore, per evitare che i vapori tossici che si creano nel momento dell'estrazione dell'otturazione vengano respirati dal paziente (e anche dall'operatore)

Come cercare un dentista competente per la rimozione?
  • Telefona a un dentista
  • Digli che hai in bocca otturazioni fatte con amalgami, e chiedigli se secondo lui è meglio toglierli. Se ti dà una risposta del tipo "non rappresentano un pericolo, ma se vuoi te la tolgo" salutalo e passa a un altro (perché un dentista che non dà importanza ai danni dell'amalgama è probabile che non usi neanche il protocollo protetto). Se invece ti dice "Sì, è meglio toglierli", prosegui la telefonata...
  • Digli che, da quanto hai letto su Internet, senza alcune precauzioni togliere un amalgama è peggio che lasciarlo, e chiedigli di quali precauzioni secondo lui c'è bisogno. Se ti risponde annoverando fra le precauzioni solamente la diga, salutalo e passa a un altro dentista. Se ti dice che usa la diga e l'aspiratore, prendi pure appuntamento con lui.

E se hai più di un amalgamo?

Non toglierli tutti in una seduta: togli un amalgamo al mese.

Cosa fare subito dopo la seduta di rimozione dell'amalgamo?

Dopo la rimozione dell'otturazione, fai subito una doccia e metti a lavare tutti i vestiti che indossavi.

NON RIMANDARE. TOGLI GLI AMALGAMI PRIMA POSSIBILE.

Fissa un appuntamento per la rimozione degli amalgami.

E anche anche un appuntamento per le analisi del sangue:


Prima di fissare un appuntamento dal dentista organizzati in modo da poter eseguire, entro 72 ore dalla rimozione dell'otturazione, le analisi del sangue per individuare eventuali tracce di mercurio in circolo.

La presenza di mercurio nel sangue, quindi l'intossicazione da mercurio è segno che il dentista non ha eseguito il lavoro di estrazione con le dovute precauzioni. Se malauguratamente questo dovesse essere l'esito dei tuoi esami ematici, potrai denunciare il dentista e chiedergli un risarcimento danni (ma SOLO se ti sei sottoposto a esami ematici entro 72 ore, perché dopo tale periodo il mercurio eventualmente presente non si trova più nel sangue, essendosi depositato sugli organi.. a quel punto il mercurio sarà rilevabile solo col mineralogramma, e non sarà possibile provare che la responsabilità della sua presenza è del dentista che ha effettuato l'estrazione dell'amalgamo)

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Se sei nuovo al tema della pericolosità delle otturazioni al mercurio, vietate in Italia purtroppo solo per i bambini sotto i 6 anni e per le donne incinta, puoi reperire tantissimo materiale su Internet. Ad esempio:

- guardare questo documentario che ho realizzato nel 2011:



- guardare su YouTube vari altri video sull'argomento

- visitare il sito di Cristiana Di Stefano, una delle migliaia di pazienti i cui sintomi sono enormemente migliorati dopo la rimozione degli amalgami in protocollo protetto, che dal 2005 si batte per dare informazioni e per far proibire l'uso di questo tipo di otturazioni dentarie